In Sudan il cessate il fuoco vacilla. Oltre 500 morti in due settimane

Centinaia di migliaia di persone in fuga dal Sudan
Centinaia di migliaia di persone in fuga dal Sudan Diritti d'autore PO Phot Arron Hoare/UK MOD © Crown copyright 2023
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Di Gianluca Martucci
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Le due fazioni si accusano a vicenda di violare lo stop alle ostilità. Si spara in strada nelle città e in Darfur, dove si registrano più di 70 morti in due giorni

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Il cessate il fuoco in Sudan dura da giorni, ma gli spari nelle strade della capitale Khartoum, della vicina Omdurman e ora anche di El Geneina (principale centro del Darfur occidentale che dista solo 30 chilometri dal confine con il Ciad), non conoscono sosta. Il bilancio delle vittime intanto si aggrava: superate le soglie di 500 morti e 4.000 feriti da quando sono cominciati gli scontri tra l'esercito fedele al capo dello Stato de facto Abdel Fattah al-Burhan e le forze di supporto rapido (Rsf) del generale Mohamed Hamdan Dagalo.

Le violenze non risparmiano neanche le operazioni di evacuazione dei cittadini stranieri. Un aereo turco è stato colpito mentre atterrava all'aeroporto di Wadi Seidna, scalo militare, 22 chilometi a Nord di Khartoum, senza tuttavia causare feriti. Ankara è impegnata a mettere in salvo 400 citadini in pericolo. Per gli Stati Uniti è corsa contro il tempo per proteggere 16 mila persone residenti sul territorio.

 Il generale Mohamed Hamdan Dagalo, che guida la forza paramilitare che combatte l'esercito del Sudan, ha detto che non negozierà fino alla fine dei combattimenti. E ha aggiunto che i suoi uomini sono stati "implacabilmente" bombardati nonostante la proroga della tregua.

"Noi non vogliamo distruggere il Sudan", ha detto alla Bbc puntando il dito contro il suo rivale, considerato un "traditore" per aver portato al governo i fedeli all'ex presidente Omar al-Bashir, che è stato estromesso nel 2019 dai due generali che ora si contendono il potere. Burhan viene accusato da "Hemedti" di essere sostenuto dai leader del Fronte islamico radicale impegnato ad applicare la Sharia nel Paese", ha detto Dagalo.

Secondo un portavoce dell'Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani, da lunedì almeno 96 persone sono morte in Darfur a causa delle violenze intercomunitarie riaccese dal conflitto. Le evasioni dalle carceri registrate anche in questa provincia devastata negli anni dalle politiche di pulizia etnica contro la popolazione non-araba, fomentano il caos. "Siamo molto preoccupati per la prospettiva di ulteriori violenze in un clima generalizzato di impunità", ha dichiarato il portavoce.

L'Ordine degli avvocati del Darfur, un gruppo della società civile, ha detto che i combattenti "lanciano razzi contro le case" a El Geneina. 

Da giorni gli analisti avvertono che il conflitto tra l'esercito e la Rsf potrebbe espandersi ad altre milizie per sfruttare il caos e regolare vecchi conti. L'esercito sudanese intanto ha utilizzato attacchi aerei con jet o droni per colpire le basi delle forze di supporto rapido che si sono distribuite nei quartieri residenziali di Karthoum.

Migliaia di cittadini sudanesi e stranieri sono fuggiti dalla capitale verso Port Sudan, sulla costa del Mar Rosso, o verso i confini con i Paesi vicini. L'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati ha stimato che nelle prossime settimane fino a 100 mila persone potrebbero cercare rifugio in Ciad. Sarebbero 170 mila quelle in fuga verso il Sud Sudan.

L'organizzazione non governativa "Care" sostiene che gli sfollati che raggiungono il Darfur sono maggiormente donne e bambini. Più di 42 mila persone si rifugiano all'aperto o in capanne, sostenendosi con i pochi effetti personali essenziali raccattati durante la fuga.

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