L'allarme delle Nazioni Unite: "In Sudan già 50 mila persone in fuga"

Sudan, 50 mila sfollati hanno lasciato il Paese
Sudan, 50 mila sfollati hanno lasciato il Paese Diritti d'autore Marwan Ali/Copyright 2023 The AP. All rights reserved.
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Di Gianluca Martucci
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Ciad, Egitto e Sud Sudan sono i Paesi che più stanno subendo l'afflusso degli sfollati. I prezzi degli alimenti intanto aumentano dappertutto nella regione a causa della crisi

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Sono 50 mila gli sfollati che hanno già lasciato il Sudan in tre settimane di scontri. Il cessate il fuoco di tre giorni concordato giovedì 27 aprile tra il generale Abdel Fattah al-Burhan, capo di Stato de facto, e il suo vice, Mohamed Hamdan Dagalo, è ripetutamente violato in alcuni quartieri delle principali città e in particolare nella capitale Kathum.

L'Alto commissariato delle Nazioni Unite parla di circa 20 mila persone già scappate in Ciad, 16 mila in Egitto, oltre 13 mila in Sud Sudan, e 1.300 in Repubblica centrafricana. A questo si aggiunge un "limitato" numero di altri sfollati che si sono rifugiati in Etiopia. 

La crisi è in rapida ebollizione anche all'interno dei confini nazionali. Si contano piùdi 75 mila sfollati interni che hanno lasciato le loro case "principalmente nei governatorati di Khartum, Nord, Nilo Azzurro, Kordofan settentrionale, Darfur settentrionale, Darfur occidentale e Darfur meridionale, e si prevede che questo numero aumenti nei prossimi giorni, man mano che si conoscerà la piena portata dello sfollamento", comunica l'Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari (Ocha) in un "aggiornamento flash" sul Paese.

Durante una conferenza a Nairobi, capitale del Kenya, l'ex primo ministro sudanese Abdalla Hamdok, spodestato nel 2021 dai generali che attualmente si fanno la guerra, ha affermato che l'insicurezza creata dal conflitto in corso "potrebbe creare scenari peggiori di quelli in Siria e Libia". La continuazione delle ostilità sarebbe "un incubo per il mondo", secondo l'ex premier. 

A rincarare la dose è stato il direttore del Programma alimentare mondiale (Pam), Martin Frick, che in un'intervista all'agenza di stampa tedesca Dpa ha messo in guardia sul pericolo di una crisi umanitaria che le violenze in Sudan potrebbero alimentare nell'intera regione dell'Africa orientale. In Sudan "un terzo della popolazione stava morendo di fame prima dell'inizio dei combattimenti", ha affermato Frick. 

"Ora c'è carenza di tutto e i prezzi dei generi alimentari sono alle stelle", ha dichiarato il funzionario, descrivendo il quadro in peggioramento anche in Ciad e in altri Paesi confinanti."In Sud Sudan, che allo stesso tempo è in preda alle inondazioni e inaridimenti, i prezzi dei generi alimentari sono aumentati del 28% in pochissimo tempo", ha allertato. A ciò si aggiunge la situazione di tensione nel Corno d'Africa, dove sono mancate all'appello sei stagioni di piogge. 

Ora a causa dei combattimenti il Pam ha dovuto sospendere il sostegno fornito a 7,6 milioni di persone

Burhan e Dagalo avevano assunto la guida del Paese attraverso due colpi di Stato militari congiunti nel 2019 e nel 2021. Al centro degli scontri ci sono i piani di smantellamento delle milizie delle Forze di supporto rapido guidate da "Hemedti" (il nome alternativo con cui viene riconosciuto Dagalo), che Burhan vorrebbe inglobare nell'esercito del Paese nel giro di due anni, rispetto ai dieci proposti da Dagalo.

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