Com'è percepita la protesta francese contro la riforma delle pensioni in Europa?

Le mouvement social est largement couvert par la presse en Europe
Le mouvement social est largement couvert par la presse en Europe Diritti d'autore Euronews
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Di Julie Van Ossel
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Cinque anni dopo la crisi dei Gilet Gialli, che tanto ha appassionato anche la stampa estera, gli europei seguono con attenzione quanto sta accadendo in Francia e ogni Paese si è fatto un'opinione in base alla propria situazione.

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Ma questi Galli non sono pazzi?" titolava il quotidiano belga Le Soir il 29 marzo,  mentre solo pochi giorni prima il quotidiano britannico The Guardian salutava la "lotta sacra" dei francesi e in Italia ci si chiedeva "Perché gli italiani non scendono in piazza come in Francia?"

La forte mobilitazione dei francesi contro la riforma delle pensioni è stata molto pubblicizzata e sta provocando forti reazioni dei paesi vicini. 

Cinque anni dopo la crisi dei Gilet Gialli, che tanto ha appassionato anche la stampa estera, gli europei seguono con attenzione quanto sta accadendo in Francia e ogni Paese si è fatto un'opinione in base alla propria situazione.

Per capire come il movimento sociale francese viene percepito altrove in Europa, abbiamo intervistato i giornalisti europei e analizzato la stampa.

"Ma non sono pazzi questi Galli?"

"È tempo di protestare contro il governo britannico come i francesi"  ha dichiarato qualche settimana fa il quotidiano scozzese The National, mentre il giornale inglese The Telegraph ha affermato: "Quando si tratta di pensioni, dovremmo essere più simili ai francesi".

Per diversi mesi, il Regno Unito è stato scosso da un'ondata di proteste descritte come "le più grandi che il Regno Unito abbia visto da decenni". Il 1° febbraio, mezzo milione di lavoratori di tutti i settori ha scioperato per protestare contro il costo della vita e per chiedere salari più alti, chiudendo le scuole e interrompendo i trasporti.

 Si tratta di un fenomeno inaudito in Gran Bretagna, mentre in Francia manifestare è quasi una tradizione, secondo il quotidiano scozzese The National. Un'abitudine talmente radicata nella cultura politica del paese che "i governi francesi si aspettano che i cittadini protestino e i cittadini francesi non esitano a esprimere il loro disappunto nelle strade". Questa massiccia mobilitazione colpisce anche il Guardian, che saluta "la sacra lotta dei francesi invia un forte messaggio al resto d'Europa" e descrive i recenti scontri  come "l'arte della protesta francese".

Questo messaggio è stato ben recepito a Bucarest, dove negli ultimi mesi i romeni sono scesi ripetutamente in piazza per lottare contro la corruzione, ma anche per difendere la causa degli agricoltori minacciati dall'afflusso di cereali ucraini dal dopoguerra.

 Nell'Europa dell'Est si segue con attenzione la situazione francese, in particolare la capacità di mobilitazione della popolazione. "La protesta in Francia serve spesso da esempio ai romeni per organizzare le proprie lotte e incoraggiare i lavoratori ad unirsi ai ranghi", spiega Andra Diaconescu, redattore di Euronews Romania.

"Il sentimento prevalente in Bulgaria è la solidarietà"

Nella vicina Bulgaria, la controversia in Francia sull'innalzamento dell'età pensionabile da 62 a 64 anni è quella che attira maggiormente l'attenzione, perché rispecchia la situazione della popolazione. 

La legislazione del Paese prevede infatti di equiparare l'età pensionabile, attualmente 62 anni per le donne e 64 per gli uomini, a 65 anni per tutti entro il 2037. "Il sentimento prevalente è quello della solidarietà. I bulgari in generale sostengono i manifestanti francesi e il loro desiderio di difendere i propri diritti, pur denunciando la violenza", afferma Marina Stoimenova, caporedattore di Euronews Bulgaria.

Le immagini degli scontri tra polizia e manifestanti hanno scioccato molti europei, soprattutto i portoghesi, come ha spiegato il quotidiano Diário de Notícias il 3 aprile. "Questi atti di vandalismo non aiutano mai la lotta e anzi danneggiano l'immagine del movimento". Simili scene di violenza sono impossibili in Portogallo, secondo il quotidiano, che paragona la rabbia dei francesi a quella dei portoghesi, che pure manifestano da diversi mesi per denunciare l'aumento del costo della vita.

Ma se il conflitto sociale francese è molto pubblicizzato in Europa, la protesta portoghese lo è molto meno. Secondo Diario de Noticias, uno dei motivi è la militanza francese e la capacità dei sindacati di convincere, mobilitare e quindi far durare il movimento. Una militanza che è stata notata anche in Italia, dove la popolazione ha gli occhi puntati sul conflitto sociale francese.

"Perché gli italiani non scendono in piazza come in Francia?

"Ma perché da noi non succede?", si chiede un giornalista de Il Fatto Quotidiano. "Qui, quando nel 2011 l'età pensionabile è stata portata a 67 anni, lo sciopero è durato quattro ore" spiega. 

La risposta potrebbe risiedere nel passato dell'Italia, un Paese segnato da anni di terrorismo che non osa più avventurarsi nel campo della protesta. E "che senso ha, vista l'instabilità politica e la velocità con cui cambiano i governi", si chiede un giornalista del quotidiano Today Italy. 

Tanto più che gli italiani, spiega, raramente hanno vinto le loro cause, a differenza dei francesi, che hanno vinto la battaglia di piazza in diverse occasioni. Nel 1995, ad esempio, una prima riforma delle pensioni fu ritirata dal governo Juppé sotto la pressione delle manifestazioni. Nel 2006, la mobilitazione ha spinto Jacques Chirac a rinunciare all'attuazione del primo contratto di lavoro (CPE).

Ma alcuni italiani non si accontentano più di restare a guardare i francesi e il 23 marzo sono scesi in piazza per sostenere i loro vicini. A Roma, davanti all'ambasciata francese e ai consolati di diverse città italiane, si sono svolte manifestazioni indette dall'Unione Sindacale di Base (USB). 

Saranno di nuovo in piazza il 1° maggio, come i francesi, ma questa volta per manifestare contro il governo di Giorgia Meloni e difendere i lavoratori italiani.

Journalist • Julie Van Ossel

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