Conferenza di Bucarest: "Smilitarizzare il Mar Nero e darlo alla Nato"

Conferenza di Bucarest
Conferenza di Bucarest Diritti d'autore Andreea Alexandru/AP
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Di Euronews
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I ministri degli Esteri di Romania, Ucraina e Moldova siglano accordi di cooperazione per la sicurezza nella regione del Mar Nero

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Romania, Ucraina e Moldova fanno fronte unico alle minacce poste dall'espansionismo russo.
Alla Conferenza sul Mar Nero di Bucarest i ministri degli Esteri dei rispettivi Paesi hanno firmato accordi di cooperazione per rafforzare la sicurezza nella regione.

La vice ministra degli Esteri ucraina Emine Dzhaparova ha chiesto ai Paesi partner di essere "più decisi nel sanzionare la Russia".

"Come diciamo in Ucraina, tutto è partito dalla Crimea e tutto dovrebbe essere risolto in Crimea. La lezione della Crimea ci ha insegnato che l'acquiescenza a Putin deve essere considerata una debolezza - ha detto Dzhaparova - quindi, il suggerimento che viene dall'Ucraina, e che è stato sostenuto da Romania e Moldova e da molti altri Paesi, è che dobbiamo essere un po' più decisi quando si tratta di isolare la Russia e di sanzionarla".

Gli equilibri geopolitici nella regione del Mar Nero

La regione del Mar Nero è cruciale per la difesa collettiva della Nato e per il futuro della sicurezza europea.

Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha chiesto di smilitarizzare il Mar Nero e contemporaneamente di farne un mare della Nato.  Dei sei stati riconosciuti del Mar Nero - Russia, Ucraina, Georgia, Turchia, Bulgaria e Romania - gli ultimi tre fanno parte della Nato.

Il Cremlino ha risposto dicendo che "il Mar Nero non sarà mai un mare della Nato. È un mare comune per tutti gli Stati costieri e dovrebbe essere un mare di cooperazione, interazione e sicurezza".

Più di duecentocinquanta leader politici e militari, non solo europei, hanno cercato di trovare un modo per ripristinare il naturale ordine internazionale nella regione del Mar Nero.

Secondo i Paesi della Conferenza di Bucarest, perché questo sia possibile, è necessario il ritiro della Russia dall'Ucraina e il recupero da parte di Kiev di tutti i territori temporaneamente occupati, compresa la penisola di Crimea.

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