BRICS, Dilma Rousseff alla guida della nuova Banca per lo sviluppo

Il presidente del Brasile Lula nel corso del suo viaggio in Cina
Il presidente del Brasile Lula nel corso del suo viaggio in Cina Diritti d'autore Gao Feng/Xinhua
Di Andrea Barolini
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L'ex presidente del Brasile, Dilma Rousseff, guiderà la nuova Banca per lo sviluppo dei BRICS, istituto che lei stessa ha fortemente voluto

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Dilma Rousseff assume la guida della nuova Banca per lo sviluppo dei cosiddetti BRICS, gruppo di Paesi che comprende Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica. L'ex capo di Stato brasiliana è entrata in carica il 13 aprile dopo aver caldeggiato a lungo la creazione del nuovo istituto. L'attuale presidente Ignacio Lula da Silva ha indicato un obiettivo preciso: "Liberare le economie emergenti dalla sottomissione alle istituzioni finanziarie tradizionali".

Lula: "Perché siamo obbligati ad utilizzare il dollaro?"

"Mi chiedo ogni notte: perché tutti i Paesi sono obbligati ad utilizzare il dollaro per gli scambi commerciali?Perché non possiamo usare le nostre valute? Perché non ci impegnamo per innovare?", ha spiegato Lula. 

Secondo DIlma Rousseff, inoltre, le previsioni indicano che il Prodotto interno lordo dei BRICS potrebbe superare quello dei Paesi del G7. Per questo, a suo avviso lo yuan cinese dovrebbe essere considerato allo stesso livello di dollaro e euro. 

Per il Brasile yuan, dollaro e euro dovrebbero essere posti sullo stesso livello

"Raccoglieremo fondi - ha dichiarato Rousseff - da un'ampia serie di mercati mondiali, in diverse valute, compresi yuan, dollaro e euro. Cercheremo anche di finanziare i progetti con valute locali, privilegiando i mercati domestici e riducendo l'esposizione alle oscillazioni dei mercati valutari”.

Il presidente brasiliano Lula ha inoltre visitato il centro finanziario cinese di Shanghai, con l'obiettivo di rafforzare i legami con il principale partner commerciale del proprio Paese. Per la giornata di venerdì 14 aprile è previsto un incontro con il suo omologo cinese Xi Jinping, a Pechino. In questo senso, Lula ha affermato che il Brasile "è di ritorno" sulla scena internazionale: "L'epoca in cui la nostra nazione era assente dalle grandi decisioni mondiali è passata. Siamo di nuovo qui dopo un periodo di assenza insipegabile".

Lula spera di ritagliarsi un ruolo di mediatore nella guerra in Ucraina

Lula ha in questo senso promesso di far tornare il Brasile "nel cuore della nuova geopolitica mondiale", dopo la fase di isolamento nel corso dell'era del suo predecessore, il leader della destra estrema del Paese sudamericano, Jair Bolsonaro. 

L'incontro con Xi, non a caso, sarà focalizzato soprattutto sulla situazione in Ucraina e sulle conseguenze della guerra. Le due nazioni hanno deciso di non imporre sanzioni alla Russia, come fatto invece da gran parte dei Paesi europei e dell'America settentrionale. La speranza di Lula è di ritagliarsi un ruolo di mediatore tra Mosca, da una parte, e Kiev e l'Occidente, dall'altra: esattamente come accaduto nel corso del suo secondo mandato (dal 2007 al 2010) quando contribuì al raggiungimento degli accordi sul nucleare tra Iran e Stati Uniti.

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