The Cube: l'influenza dell'uomo è il principale fattore del surriscaldamento globale

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Il surriscaldamento globale avanza ad un ritmo senza precedenti. Secondo l'IPCC la mano dell'uomo sarebbe il principale fattore dell'innalzamento delle temperature.

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L'influenza umana è la causa di un surriscaldamento climatico a un ritmo senza precedenti da almeno 2.000 anni. Questa è una delle conclusioni del sesto rapporto del Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico, noto anche come IPCC.

Il documento spiega che ognuno degli ultimi quattro decenni è stato più caldo di qualsiasi altro decennio precedente dal 1850 e che le attività umane sono molto probabilmente il principale impulso.

Noi che viviamo in Europa lo abbiamo sperimentato, per esempio, con le recenti ondate di calore. L'IPCC conferma che la frequenza e l'intensità degli eventi di caldo estremo e di siccità sono aumentati non solo su scala regionale, ma anche globale.

Il cambiamento climatico sta già interessando tutte le regioni abitate del pianeta.

Secondo la mappa della classificazione climatica di Köppen in Europa, pubblicata dall'IPCC, il continente dal 1995 al 2014 è stato così diviso:

  • Clima subartico e oceanico nell'Europa settentrionale;
  • Clima prevalentemente continentale nell'Europa orientale;
  • Clima misto continentale, oceanico e in parte subtropicale umido nell'Europa occidentale e centrale;
  • Clima prevalentemente mediterraneo, con alcune aree di clima caldo semi-arido, e nella zona nord clima subtropicale umido in Europa meridionale

 

Guardando la stessa mappa, ma con la proiezione degli scienziati su come sarà la classificazione climatica a partire dall'anno 2076, notiamo:

  • Il clima subartico scompare quasi completamente nell'Europa settentrionale;

  • Il clima continentale si ritira drasticamente in tutta la regione;

  • Il clima oceanico sarà sostituito da un clima subtropicale umido.

Un cambiamento particolarmente preoccupante pergli esperti è quello dell'Europa meridionale, dove si prevede un'espansione significativa delle aree desertiche e dei climi semi-aridi, che senza dubbio interesserà milioni di esseri umani.

Il caso spagnolo

La  Catalogna è certamente un esempio interessante. Secondo le autorità locali, la regione spagnola sta affrontando la peggiore siccità da quando sono iniziate le registrazioni nel 1905. Di conseguenza è stato attivato un piano di restrizione idrica che interessa più di 200 comuni. 

Joaquim Farguell Pérez, professore di geografia all'Università di Barcellona, ha dichiarato: "La verità è che siamo sorpresi dalla portata dell'attuale siccità. Se queste misure saranno efficaci ancora non lo sappiamo per davvero. Non si era mai pensato prima che avremmo resistito 30 mesi senza precipitazioni".

"Certamente l'agricoltura, che consuma la maggior parte dell'acqua in estate, dovrà adattarsi a questa mancanza idrica. E non mi sembra che la gente sia così sensibile al tema come lo è stata durante la precedente siccità", afferma.

La Catalogna è rimasta per 29 mesi senza pioggia e i principali serbatoi, che riforniscono Barcellona e l'intera area metropolitana, sono ad appena al 28% della loro capacità secondo le misurazioni del mese scorso.

L'Agenzia catalana per l'acqua ha imposto le limitazioni mesi prima dell'inizio della stagione estiva, perché, credono, sia probabile che ci sia abbastanza acqua per finire l'anno, ma teme che non sarà così entro il 2024.

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