Elezioni in Turchia, l'opposizione vicina alla scelta del candidato, ma il fronte si spacca sul nome

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Di Michela Morsa
I leader dei sei partiti di opposizione
I leader dei sei partiti di opposizione   -  Diritti d'autore  Burhan Ozbilici/AP

Si spacca sulla scelta del candidato comune alla presidenza l'opposizione turca che, per far fronte all'attuale presidente Recep Tayyip Erdogan alle elezioni di maggio, si era riunita in blocco. 

Venerdì 3 marzo Meral Aksener, leader del partito di destra Iyi, ha annunciato il ritiro del suo partito dall'alleanza a sei, dicendo che il raggruppamento non riflette più la volontà del popolo.

"Non si tratta più di una piattaforma attraverso la quale discutere di potenziali candidati, ma di un tavolo che lavora per imporre un unico candidato", ha dichiarato la deputata, dicendo che il suo partito, il secondo più grande dell'alleanza, non si sarebbe "piegato" alle pressioni per accettarlo. 

Dopo mesi di discordie, la rottura definitiva è arrivata quindi proprio sul nome proposto per correre alle presidenziali. 

L'incontro

Giovedì i vertici dei sei partiti si erano riuniti per concludere il processo di selezione del candidato comune. Si erano accordati su Kemal Kilicdaroglu, leader della principale forza di opposizione, il Partito popolare repubblicano (Chp). 

L'alleanza aveva anche dichiarato che avrebbe annunciato ufficialmente la scelta il prossimo lunedì, a poco più di due mesi dal voto. 

Aksener ha firmato la dichiarazione congiunta, per poi fare marcia indietro. L'Iyi non avrebbe mandato giù il rifiuto dell'alleanza alla proposta di candidare i sindaci di Istanbul e Ankara, Ekrem Imamoglu e Mansur Yavas, appartenenti sempre al Chp. 

In una conferenza stampa, Aksener ha invitato i primi cittadini a fare il loro dovere, in un apparente invito a candidarsi, sostenendo che secondo i sondaggi potrebbero ottenere risultati migliori di Kilicdaroglu contro Erdogan.

Parlando dopo l'annuncio di Aksener, Kilicdaroglu ha minimizzato il disaccordo sul candidato alla presidenza.

"Non preoccupatevi, tutte le pietre andranno al loro posto", ha detto, secondo quanto riportato dall'emittente Haberturk e da altri media.

Le previsioni

Il distacco di Aksener riduce le possibilità già minime per l'opposizione di sconfiggere Erdogan che, nonostante le pesanti critiche ricevute a causa della risposta del suo governo ai devastanti terremoti del mese scorso, ha confermato lo svolgimento delle elezioni per il 14 maggio.

Nelle precedenti votazioni nazionali l'opposizione non è mai riuscita a rappresentare una seria alternativa a Erdogan, che è al potere da ormai due decenni. 

E sebbene la sua popolarità sia calata, come mostrano i sondaggi, si teme che l'opposizione non sia in grado di catalizzare questa erosione del consenso nei suoi confronti.