Attentato alla Manchester Arena: un'inchiesta inchioda l'MI5 alle sue responsabilità

Manchester non dimentica.
Manchester non dimentica. Diritti d'autore Emilio Morenatti/Emilio Morenatti
Di Cristiano TassinariEuronews - AP - Ansa
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Secondo la conclusione dell'inchiesta, l'MI5 avrebbe sottovalutato la radicalizzazione di Salman Abedi, il 22enne di origini libiche che si fece saltare in aria, con uno zaino pieno di esplosivo, al termine del concerto di Ariana Grande, causando 22 vittime (più l'attentatore) e 250 feriti

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La conclusione dell'inchiesta sull'attentato alla Manchester Arena del 22 maggio 2017 inchioda l'MI5: il servizio di intelligence interno britannico avrebbe perso la possibilità di fermare Salman Abedi, autore dell'attacco al termine del concerto di Ariana Grande, che causò 22 vittime (più l'attentatore suicida) e oltre 250 feriti. 

L'MI5 avrebbe, infatti, sottovalutato la radicalizzazione di Salman Abedi, il 22enne di origini libiche che si fece saltare in aria, con uno zaino pieno di esplosivo, alla fine del concerto.

Il rapporto finale dell'inchiesta afferma che ci fu un'errata interpretazione da parte dell'intelligence britannica della pericolosità di Salman Abedi e vi fu una mancanza di comunicazione tra i diversi dipartimenti dell'intelligence. 

Il giudice in pensione John Saunders, che ha condotto l'inchiesta sull'attacco alla Manchester Arena, ha affermato che un ufficiale dell'MI5 ha ammesso di considerare la radicalizzazione di Salman Abedi come una possibile preoccupazione per la sicurezza nazionale, ma di non averne discusso abbastanza rapidamente con i colleghi del servizio segreto interno.

Il capo dell'MI5: "Sono dispiaciuto..."

In una rara dichiarazione televisiva, il direttore generale dell'MI5, Ken McCallum, si è detto "profondamente dispiaciuto che l'MI5 non abbia impedito l'attacco".

"Raccogliere informazioni segrete è difficile, ma se fossimo riusciti a cogliere la scarsa possibilità che avevamo, le persone colpite potrebbero non aver subito perdite e traumi così spaventosi", ha ammesso McCallum.

L'attentatore, Salman Abedi, è morto nell'esplosione.

Suo fratello, Hashem Abedi, è stato condannato all'ergastolo nel 2020, per aver contribuito a pianificare e portare a termine l'attacco. Tutta la rete dell'attentatore, presunto affiliato Isis, è stata sgominata.

Il giudice Saunders ha affermato che se l'MI5 avesse agito in base alle informazioni ricevute, avrebbe potuto portare alla buona conclusione dell'operazione, incluso potenzialmente fermare Abedi all'aeroporto di Manchester al suo ritorno dalla Libia, solo quattro giorni prima dell'attacco.

Danny Lawson/AP
Caccia all'uomo, in quei giorni, a Manchester. (23.5.2017)Danny Lawson/AP

Salman Abedi era da anni nel radar dei servizi di sicurezza, prima di compiere la strage.
Figlio di oppositori libici anti-Gheddafi cui il Regno Unito aveva a suo tempo dato asilo, si era avvicinato, sotto gli occhi di tutti, ad ambienti jihadisti ispirati dall'Isis.

I familiari delle vittime hanno definito "sconcertante" la conclusione dell'indagine contenuta nel rapporto. E chiedono giustizia, puntando il dito contro i responsabili dell'MI5.

Si chiude così una delle diverse inchieste condotte per fare piena luce sull'attentato della Manchester Arena.

Euronews racconta: cosa accadde in quei giorni?

Servizio del 23 maggio 2017

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