La riforma è promossa dal governo di Benjamin Netanyahu, che cerca di indebolire la Corte suprema ed è accusato di favorire interessi personali
Migliaia di manifestanti si sono riuniti davanti al Parlamento israeliano per protestare contro il piano di riforma giudiziaria promosso dal governo di Benjamin Netanyahu, che cerca di indebolire la Corte suprema.
Il disegno di legge è stato votato per una prima lettura alla commissione parlamentare, nonostante le proteste dei membri dell'opposizione, alcuni dei quali (al grido di "vergogna") sono stati espulsi dall'aula.
Il presidente israeliano, Isaac Herzog, ha tenuto un discorso speciale.
"Penso che l'attuale riforma nel suo insieme sollevi una profonda preoccupazione per il potenziale danno alle istituzioni democratiche dello Stato di Israele.
Passare alla discussione, abbattere le barriere, costruire ponti: è possibile e necessario raggiungere un accordo in tempi brevi".
Le riforme proposte hanno innescato manifestazioni di massa e opposizione da parte di ampie fasce della società israeliana.
Anche il presidente statunitense Joe Biden non ha risparmiato critiche velate, affermando che la democrazia di Israele è costruita sul consenso e su una magistratura indipendente.
I detrattori di Netanyahu affermano che il piano danneggerà il fragile sistema di controlli ed equilibri democratici del Paese e che il premier, sotto processo per accuse di corruzione, sia motivato da un rancore personale nei confronti del sistema legale ed abbia un profondo conflitto di interessi.