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Terremoto in Turchia e Siria: continuano le ricerche dei sopravvissuti sotto le macerie

Un miracolo si è compiuto: una donna è stata estratta viva dalle macerie nella città turca di Diyarbakir. (7.2.2023)
Un miracolo si è compiuto: una donna è stata estratta viva dalle macerie nella città turca di Diyarbakir. (7.2.2023) Diritti d'autore  AP/IHA
Diritti d'autore AP/IHA
Di Cristiano Tassinari & Ilaria Federico - Agenzie internazionali
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Migliaia di vittime e centinaia di palazzi distrutti, nella zona colpita dal terremoto di lunedì, al confine tra Turchia e Siria. Per i siriani, già martoriati da quasi 12 anni di guerra, il terremoto sta causando ulteriori sofferenze

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Sale ancora il bilancio delle vittime del terremoto. Soccorritori alla ricerca dei sopravvissuti.

Una notte di ricerche

Tutta la notte sono continuate le ricerche sotto le macerie - da parte dei soccorritori - dei sopravvissuti alle scosse di terremoto che lunedì hanno devastato la zona al confine tra Turchia e Siria.

Già dalle prossime ore è previsto l'arrivo di molti aiuti internazionali, provenienti da numerosi Paesi del mondo, compresi quelli dell'Unione europea, gli Stati Uniti, la Russia e l'Ucraina.

Le ultime notizie aggiornate in tempo reale

Una delle scosse più forti mai registrate in Turchia

Il primo terremoto, di magnitudo 7.8 ha colpito lunedì notte il sud-est della Turchia, al confine con la Siria, ed è stato avvertito in diverse aree del Medio Oriente.
È stato seguito, alcune ore dopo, da una seconda scossa, di magnitudo 7.5.

Secondo i sismologi, la prima delle due scosse è stata una delle più forti mai registrate in Turchia. 

Siria senza pace

Molti delle migliaia di feriti sono stati trasportati negli ospedali di Istanbul, mentre personale di ricerca e salvataggio, vigili del fuoco e medici continuano a lavorare nella zona colpita, insieme a circa 3.500 militari.

Decine di migliaia di senzatetto in Turchia e nel nord della Siria hanno dovuto sopportare una notte al freddo. Molti si sono rifugiati nei centri commerciali o in un convento vicino ad Aleppo, in Siria.

Per i siriani, già martoriati da quasi 12 anni di guerra, il terremoto sta causando ulteriori terribili sofferenze.

Ghaith Alsayed/Copyright 2023 The AP. All rights reserved
Un'immagine straziante. (Provincia di Idlib, 6.2.2023) Ghaith Alsayed/Copyright 2023 The AP. All rights reserved

Diretta conclusa

La Turchia protesta contro una vignetta del giornale satirico francese Charlie Hebdo che ha raffigurato un quartiere distrutto e coperto di macerie con il commento "Non serve nemmeno inviare carri armati". I principali quotidiani turchi parlano di un "disegno scandaloso". La vignetta ha scatenato anche l'ira sui social.




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È salito a oltre 5.100 morti il bilancio delle vittime: 3.549 in Turchia e 1.602 in Siria.


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ll presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha ricevuto una telefonata dall'omologo ucraino Volodymyr Zelensky che ha espresso un messaggio di cordoglio e di solidarietà.



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La Turchia dichiara lo stato di emergenza di tre mesi nelle zone colpite dal terremoto.


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Un grande incendio sta divampando da ieri notte nel porto di Iskenderun, località costiera del sud-est della Turchia vicina al confine con la Siria, a causa della caduta di alcuni container provocata dal sisma.



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Siria. Medici Senza Frontiere all'ANSA: "I pochi ospedali funzionanti sono sovraccarichi di lavoro e il personale medico è esausto". "Anche le strutture mediche sono state gravemente colpite e in alcuni casi è stato necessario evacuarle, come è accaduto, ad esempio, per uno dei reparti di maternità che MSF sostiene a Jindayris, dove la struttura è stata gravemente danneggiata e i bambini nelle incubatrici hanno dovuto essere evacuati e portati in altri luoghi".


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Un giornalista turco, Ibrahim Haskologlu, ha raccontato a BBC News Channel che lui e altri colleghi stanno ricevendo messaggi vocali da parte delle persone intrappolate sotto le macerie. "Ci dicono dove sono, ma non possiamo fare nulla".


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Ue: "I soccorsi europei, per lavorare in uno Stato colpito da una calamità, hanno bisogno non solo dell'autorizzazione, ma anche del sostegno delle autorità locali. Lavoriamo su richiesta di uno Stato", spiega il portavoce della Commissione europea, Eric Mamer, rispondendo nel corso di una conferenza stampa a una domanda sul mancato invio di aiuti in Siria dopo il devastante terremoto.


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Siria: "La distribuzione degli aiuti internazionali per l'emergenza post-terremoto deve essere gestita da Damasco e non aggirare il controllo governativo passando dalla Turchia", lo spiega l'ambasciatore siriano all'Onu, Bassam Sabbagh, citato dall'agenzia governativa siriana Sana.
Le aree siriane più colpite dal sisma sono però quelle più vicine al confine con la Turchia. E infatti l'Onu intende far arrivare gli aiuti nelle regioni siriane di Idlib e a nord di Aleppo attraverso il territorio turco.


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L'Unesco ha dichiarato che fornirà assistenza ai siti in pericolo in Siria e Turchia. Oltre ai danni alla città vecchia di Aleppo in Siria e alla fortezza di Diyarbakir, secondo l'Unesco almeno altri tre siti del Patrimonio mondiale sarebbero stati colpiti.


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La Spagna sta preparando l'invio di un ospedale da campo e di un team di sanitari esperti di situazioni d'emergenza composto da oltre 70 persone.


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Il nuovo bilancio: i feriti sono 21.103, secondo l'Afad (Agenzia turca di gestione dei soccorsi).


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Il primo ministro australiano Anthony Albanese ha dichiarato che l'Australia invierà alla Turchia e alla Siria un primo aiuto umanitario di 6,94 milioni di dollari attraverso la Croce Rossa, la Mezzaluna Rossa e altre agenzie umanitarie. "L'assistenza australiana sarà destinata a coloro che ne hanno più bisogno", ha dichiarato in una conferenza stampa a Canberra, insieme al suo omologo neozelandese, Chris Hipkins.


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Secondo il presidente turco, 45 Paesi hanno offerto il loro aiuto. Gli Stati Uniti si sono impegnati a inviare 160 soccorritori e la Cina ha annunciato che fornirà degli aiuti di un valore di quasi sei milioni di dollari.
Israele ha dichiarato di aver "approvato" l'invio di aiuti alla Siria, dopo una richiesta di Damasco ricevuta attraverso canali "diplomatici".


Anche il Maghreb si è mobilitato con squadre di soccorso inviate dall'Algeria e dalla Libia e la Tunisia ha ordinato 14 tonnellate di coperte e prodotti alimentari.


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I pazienti feriti in modo critico vengono trasportati in aereo verso la capitale Ankara, ha dichiarato il ministro della Salute turco Fahrettin Koca.



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Sarebbero 15.834 i feriti, secondo l'Agenzia turca per la gestione dei soccorsi (Afad).


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Anche due aerei francesi con personale di soccorso e attrezzature di ricerca sono atterrati ad Adana.



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I convogli dell'Onu carichi di aiuti e personale di soccorso sono in partenza.



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Una squadra di soccorritori greci, specializzati in disastri naturali, è arrivata nella regione turca di Hatay.
Il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis, in una telefonata di lunedì sera con il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, ha ribadito la "disponibilità di Atene a fornire tutta l'assistenza necessaria" alla Turchia.


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Atterrato ad Adana il team di soccorso dei Vigili del fuoco italiani. Partito ieri da Pisa, il team è composto da 50 Vigili del fuoco della Toscana e del Lazio. Nel gruppo, anche 11 sanitari e 6 unità del dipartimento della Protezione civile.


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Una squadra paramedica dell'esercito indiano è partita per la Turchia. A bordo dell'aereo: specialisti di terapia intensiva, chirurghi ortopedici e generali e attrezzature mediche.


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Ue pronta a fornire aiuti: mobilitate 27 squadre da 19 Stati


"Finora abbiamo mobilitato 27 squadre per la ricerca, il soccorso e le cure mediche da 19 Stati europei tramite il meccanismo di protezione civile dell'Ue per aiutare la Turchia dopo il terremoto, insieme a oltre 1150 soccorritori e 70 cani da soccorso". Lo scrive in un tweet il commissario europeo alle emergenze, Janez Lenarcic. In Siria l'Ue sta lavorando "a stretto contatto con i partner umanitari impegnati anche in operazioni di salvataggio".


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Oms: il bilancio delle vittime potrebbe salire a più di 20.000 persone.


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Almeno 3.419 persone sono state uccise nel sud-est della Turchia e 1.602 nel nord della Siria, portando il bilancio totale ad almeno 5.021 morti, secondo fonti ufficiali turche.


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