La misura è stata intrapresa nel tentativo di sbloccare il finanziamento, da parte dei Paesi ricchi, del fondo di riparazione dei danni climatici chiesto dai Paesi in via di sviluppo
La COP27 si concede un'ultima possibilità per evitare il baratro di un fallimento planetario: un giorno in più nel tentativo di sbloccare il finanziamento del fondo di riparazione dei danni climatici chiesto dai Paesi in via di sviluppo a quelli ricchi.
Una promessa di 100 miliardi di dollari l'anno che non si è ancora materializzata.
"Oggi - dice Sameh Shoukry, ministro degli Esteri egiziano e presidente della COP27 - dobbiamo cambiare di nuovo marcia, il tempo non è dalla nostra parte.
Cari amici, rimango impegnato a concludere questa conferenza in modo ordinato, per l'adozione di una serie di decisioni consensuali che saranno complete, ambiziose ed equilibrate".
In uno sforzo dell'ultimo minuto, l'Unione europea ha accettato il principio del fondo di riparazione, a condizione che serva i Paesi più vulnerabili e che quelli emergenti come la Cina contribuiscano.
"Debbo dire - afferma Frans Timmermans, vice presidente della Commissione europea - che questa è la nostra offerta finale.
È qui che gli Stati membri possono trovare un accordo e debbo ringraziare tutti per il coraggio di arrivare sin qui, ma è tutto".
I frenetici negoziati dietro le quinte segnano l'estensione di un vertice sul clima con molti punti in sospeso e il cui obiettivo più ambizioso è limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi rispetto ai livelli preindustriali.