Le reazioni scatenate dall'inchiesta Fbi sulla morte della giornalista palestinese-americana di Al Jazeera, Shireen Abu Aklen. Il governo israeliano annuncia la decisione di non collaborare con gli Stati Uniti alla indagine esterna nella ricerca della verità
"Un grave errore", lo ha definito il ministro della Difesa israeliano Benny Gantz, prendendo le distanze dalla decisione del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti che ha aperto un'indagine sulla morte della giornalista palestinese-americana di Al Jazeera Shireen Abu Akleh, uccisa l'11 maggio scorso durante una operazione in un campo profughi a Jenin, in Cisgiordania.
Con un tweet, l'esponente del governo ha spiegato che è stata condotta già un'inchiesta professionale e indipendente, presentata ai responsabili degli Stati Uniti: con loro sono stati condivisi i dettagli del caso. Di qui la scelta di non collaborare all'indagine esterna affidata alla Fbi.
Per la famiglia della vittima, questo è invece "un passo importante" nella ricerca della verità. La giornalista 51enne indossava un elmetto e un giubbotto protettivo contrassegnati dalla scritta "stampa", quando è stata colpita, probabilmente alla testa.