La struttura, secondo Medici Senza Frontiere, è sovraffollata con "condizioni di vita disumane"
Le autorità olandesi stanno indagando sulla morte di un bambino di appena tre mesi nel principale centro per richiedenti asilo del Paese a Ter Apel, che Medici Senza Frontiere definisce una struttura sovraffollata con "condizioni di vita disumane".
Capita assai frequentemente che i richiedenti asilo debbano rimanere fuori dai cancelli a causa della mancanza di posti di accoglienza.
"Vedo, rispetto alla prima volta che sono stata qui, che tutto cambia - dice Nicole van Batenburg, Croce Rossa - l'atmosfera è diversa, sta diventando davvero sporco qui, c'è un sacco di spazzatura per terra.
Le cabine dei bagni puzzano non poco, è una situazione terribile, spiacevole per le persone e certamente non sicura".
La scorsa notte, la Croce Rossa ha segnalato circa 700 persone che hanno dormito all'aperto e senza registrazione.
"Confronto questo con quello che vediamo sulle isole greche - dice invece Judith Sargentini, MSF - è comunque Unione europea, è comunque una vergogna, ma accade in Olanda.
Se 700 persone dormono qui la notte e giacciono per terra, allora quello che facciamo non è mai abbastanza".
La morte del neonato ha attirato l'attenzione sul centro di Ter Apel, nel nord dei Paesi Bassi, dove i medici stanno confrontando le condizioni di accoglienza con le peggiori situazioni riscontrate nei centri profughi lungo i confini europei.
I piani per ospitare i richiedenti asilo altrove stanno affrontando una feroce opposizione nella cittadina di Albergen, dove i residenti protestano da giorni contro l'Agenzia olandese per i rifugiati, che intende ospitare sino a 300 persone in un albergo.
A detta degli esperti, l'attuale crisi sarebbe figlia della carenza di alloggi nei Paesi Bassi e della ridotta capacità di accoglienza del governo.