Vučić: "La Serbia difenderà la minoranza serba che vive in Kosovo"

Il presidente serbo Aleksandar Vučić mostra il documento "entrata/uscita" dal Kosovo. (21.8.2022)
Il presidente serbo Aleksandar Vučić mostra il documento "entrata/uscita" dal Kosovo. (21.8.2022) Diritti d'autore Darko Vojinovic/Copyright 2022 The Associated Press. All rights reserved
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Resta alta la tensione al confine tra Serbia e Kosovo. Dopo il fallimento dei colloqui di Bruxelles tra Belgrado e Pristina, le truppe della Nato sono state dispiegate alla frontiera tra i due Paesi dei Balcani

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Resta alta la tensione tra Serbia e Kosovo. 

Nel quartiere serbo di Mitrovica, la città di frontiera divisa in due, sventola la bandiera della Serbia e, nei bar, l'attrazione è il discorso televisivo di domenica del presidente serbo Aleksandar Vučić.

Il presidente ha dichiarato che il suo Paese proteggerà la minoranza serba in Kosovo. 

"Non ci saranno code di rifugiati e salveremo il nostro popolo dalle persecuzioni e dai pogrom.
Difenderemo la minoranza serba, se non vuole farlo la Nato e se non vuole farlo la forza di pace del Kosovo (KFOR)".
Aleksandar Vučić
52 anni, presidente della Serbia
Darko Vojinovic/Copyright 2022 The Associated Press. All rights reserved
Aleksandar Vučić durante il suo intervento televisivo. (Belgrado, 21.8.2022)Darko Vojinovic/Copyright 2022 The Associated Press. All rights reserved

Anche Josep Borrell, responsabile della politica estera dell'Unione europea, ha dovuto certificare il fallimento del tentativo di mediazione tra Vucic e il primo ministro kosovaro Albin Kurti, per ridurre (o, magari, appianare) in modo duraturo le tensioni tra le due parti.

Lo stesso Borrell, tuttavia, conferma che ci saranno nuovo colloqui.

Tensioni riesplose

Le tensioni tra Serbia e Kosovo sono riesplose in luglio, quando il governo kosovaro guidato dal primo ministro Albin Kurti ha dichiarato che i documenti d'identità e le targhe dei veicoli serbi non sarebbero più stati validi nel territorio del Kosovo.
La Serbia ha attuato le stesse misure per i cittadini kosovari che attraversano il territorio serbo.

La minoranza serba in Kosovo ha reagito con rabbia ai cambiamenti proposti, erigendo posti di blocco, facendo risuonare le sirene d'allarme e sparando in aria e in direzione degli agenti di polizia kosovari. 

Sotto le evidenti pressioni dell'Occidente, Kurti ha rinviato l'attuazione delle misura di un mese, al 1° settembre, quando si prevedono ulteriori problemi, se non si raggiunge un compromesso entro quella data.

In seguito al fallimento dei colloqui mediati dall'Ue a Bruxelles, le truppe di pace della Nato in Kosovo - ma anche militari americani e carabinieri italiani - sono state dispiegate sulle principali strade del nord del Kosovo, dichiarando di essere pronte a proteggere la libertà di movimento di tutte le parti.

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Timori per l'alleanza Belgrado-Mosca**

In Occidente è diffuso il timore che la Russia possa incoraggiare l'alleata Serbia a un intervento armato nel nord del Kosovo, che destabilizzerebbe ulteriormente i Balcani e sposterebbe, almeno in parte, l'attenzione del mondo e della Nato dalla guerra in Ucraina.

La Serbia, insieme ai suoi alleati Russia e Cina, si sempre è rifiutata di riconoscere la dichiarazione di indipendenza del Kosovo del 2008.
Un intervento guidato dalla Nato, nel 1999, ha posto fine alla guerra tra le forze serbe e i separatisti in Kosovo e ha fermato la sanguinosa repressione di Belgrado contro la maggioranza albanese del Kosovo.

Bojan Slavkovic/Copyright 2022 The Associated Press. All rights reserved
"Non ci arrendiamo!". (Mitrovica, 17.8.2022)Bojan Slavkovic/Copyright 2022 The Associated Press. All rights reserved

Anni di colloqui infruttuosi

L'Unione europea ha supervisionato anni di colloqui infruttuosi per normalizzare i rapporti tra i due Paesi, affermando che questa è una delle principali precondizioni per l'eventuale adesione del Kosovo e della Serbia al blocco europeo dei 27 Paesi.

All'ombra della statua del sovrano Lazar di Serbia e da una parte all'altra del ponte che divide Mitrovica, le discussioni si svolgono sia in serbo che in albanese (le due lingue ufficiale) e la tensione è palpabile.

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