I russi affermano di non poter rimettere in servizio la turbina Siemens, recentemente riparata, a causa delle sanzioni: il motore resta fermo in Germania a il Nord Stream 1 lavora al 20 % della sua capacità. Per Scholz sono solo scuse
Alla fine per tagliare la testa al toro si è mobilitato lo stesso cancelliere tedesco Olaf Scholz che è andato a visitare la turbina della discordia a Mulheim, alla sede del costruttore, la Siemens, per inviare un messaggio chiaro ai russi di Gazprom: basta con la scusa della turbina rotta per diminuire i flussi di gas attraverso il gasdotto Nord Stream, la turbina è qui, riparata e perfettamente funzionante. Riprendetevela.
"Non c'è motivo tecnico per la riduzione delle consegne di gas tramite Nord Stream 1. Le turbine sono funzionanti, eccone una. La sostituzione di questa turbina può seguire la procedura abituale, come è successo negli anni precedenti. A tutta Gazprom non resta che dire: 'Rivoglio indietro questa turbina'", ha detto Scholz.
Rimpallo di responsabilità tra Berlino e Mosca
Dall'altra parte i russi insistono che le sanzioni imposte a Mosca dai Paesi occidentali, impediscono l'arrivo a destinazione della turbina e così il gasdotto ormai fornisce gas solo per il 20 per cento della sua capacità. Per Berlino si tratta di pretesti, mentre i rapporti diventano sempre più tesi a causa del prolungarsi della guerra in Ucraina e Gazprom accusa pure Siemens Energy di non aver fornito i documenti utili al trasporto e rimessa in servizio del motore.
In vista del peggio, di ulteriori tagli alle forniture di gas mentre arriva l'inverno, Berlino, intanto, comunica che 3 centrali nucleari che avrebbero dovuto cessare la loro attività entro l'anno, resteranno in servizio. Nei prossimi giorni verrà presa una decisione definitiva a riguardo dopo stress test e esami tecnici.
Esecutivo tedesco diviso sulla proroga di tre centrali nucleari
"Per quanto riguarda l'approvvigionamento energetico in Germania, come tutti sanno, le ultime tre centrali nucleari sono rilevanti esclusivamente per la produzione di elettricità e solo per una piccola parte di essa - ha detto Scholtz - Tuttavia tenerle ha un senso, perché lo sviluppo delle energie rinnovabili in Germania è molto basso in certe zone".
Fino ad ora era previsto che entro la fine dell'anno venissero spente le 3 centrali nucleari ancora attive nel Paese che producono circa il 6% dell'energia elettrica tedesca: Isar II in Baviera, Neckarwestheim II in Baden-Württemberg e Emsland in Bassa Sassonia.
Questione divisiva per l'esecutivo tedesco, un pezzo da 90 come la ministra degli esteri Baerbock, dei verdi, ha ribadito in queste ore che il nucleare non è un'opzione. Ma la storia potrebbe costringerli ad accordarsi in fretta, nelle pieghe dell'emergenza. In Germania infatti già da settimane è scattata l'allerta gas, attivata al secondo livello su tre. Secondo gli addetti ai lavori non ci saranno problemi nella quotidianità ma ma i livelli di stoccaggio soliti dell'autunno e dell'inverno non saranno raggiunti.