Per Espen Stoknes: "La guerra non salverà il pianeta"

Per Espen Stoknes, psicologo ed economista, membro del “Club di Roma”
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Di Sigrid Ulrich, Debora Gandini
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50 anni fa il "Club di Roma" pubblicava il suo primo rapporto "I limiti della crescita." Ora uno dei membri Stoksen ci racconta cosa si deve fare per salvare il nostro pianeta

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50 anni fa il "Club di Roma" pubblicava il suo primo rapporto “The Limits to Growth” (I limiti della crescita). Un’analisi per lancia-re un monito al mondo a prendere coscienza del fatto che il nostro pianeta era ed è a rischio per i cambiamenti climatici. Un allarme al centro dell’evento delle Nazioni Unite che si è tenuto lo scorso giugno a Stoccolma in occasione della prima conferenza mondiale dell’Onu del 1972.

Secondo Per Espen Stoknes, psicologo ed economista, Direttore del Center for Green Growth di Oslo e membro del “Club di Roma” si deve agire in modo concreto. “La guerra in Ucraina non riduce la crescita globale e non aiuta salvare il pianeta. Questo è chiaro. Quello che serve è cambiare il nostro modo di vivere. Dobbiamo riformare il sistema alimentare, reinvestire nelle energie rinnovabili consentendo ai poveri di accelerare la loro crescita e ridurre le disuguaglianze. Questo è il progetto chiamato “Earth4All”.

Secondo i dati di questo studio è inevitabile che verso la metà del nostro secolo ci sia un calo della produzione industriale e della produzione alimentare. Battute d’arresto che porteranno anche a un abbassamento dei livelli di inquinamento e di deterioramento.

Dal Club di Roma due nuovi rapporti

I prossimi dieci anni vedranno la trasformazione economica più veloce della storia. Sempre secondo Per Espen Stoknes assisteremo a un costante calo dei tassi di crescita della popolazione. “Questo perché le donne avranno maggiore accesso all'istruzione, al mondo del lavoro. Forse anche le pensioni aiutano a ridurre la loro insicurezza economica."

"I tassi di natalità sono in calo dal 1972. Ma questo è stato in realtà anche uno dei limiti della crescita, prosegue Stoknes.Nel 1972 si prevedeva che la popolazione mondiale sarebbe stata di 6 miliardi di persone nel 2000, una cifra molto vicina ai dati odierni. In questo nuovo progetto aggiornato "Earth4All", stimiamo che la popolazione globale nello scenario di base raggiungerà un pic-co al di sotto dei 9 miliardi di persone prima del 2050 e poi inizierà un lento de-clino, sette miliardi di persone entro la fine del secolo."

Per l’economista si tratta di tendenze da non sottovalutare. Per salvare il pianeta si deve puntare su istruzione, lavoro, sicurezza e uguaglianza.

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