Ultranovantenne e uomo 270 chili in carcere, no del Garante

I due detenuti sono reclusi nel carcere di Poggioreale
I due detenuti sono reclusi nel carcere di Poggioreale
Di ANSA
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(ANSA) – NAPOLI, 07 LUG – “Tenere in carcere un
ultranovantenne, già da quattro anni in carcere, e un obeso di
270 chili, con problemi cardiopatici, riconferma che nel nostro
Paese c‘è una cultura giuridica grezza e retrograda, che non
tiene minimante conto dei dettami della Costituzione”: lo dice
il Garante campano dei diritti delle persone sottoposte a misura
restrittiva della libertà personale, Samuele Ciambriello, che si
sta occupando dei casi di questi due detenuti, entrambi
ristretti nel carcere di Poggioreale. Secondo il Garante, la situazione è “paradossale”. “Mario – spiega – è un detenuto che pesa 270 chili, soffre di problemi
cardiaci ed ha anche diverse fratture, non entra nella cella, ha
sfondato due letti, sia in carcere che in ospedale, dove era
stato ricoverato due settimane fa. Come fa ad essere ancora
sottoposto alla custodia in carcere? Come è possibile che non
venga applicata una misura alternativa? Anche perché stiamo
parlano di un reato non ostativo. Mi sembra un accanimento”. Ciambriello, che sottolinea come la mancanza di medici,
infermieri ed attrezzature nelle carceri impedisca un’assistenza
adeguata ai “tanti detenuti con patologie” più o meno gravi,
aggiunge che un’attenzione particolare va riservata non solo ai
malati, ma anche agli anziani. E a Poggioreale è recluso da
quattro anni un untranovantenne. “Io, è scontato e ridondante
affermarlo, penso che il carcere – afferma il garante – non sia
un luogo adatto a persone di questa età, qualunque sia il reato.
Per queste persone è necessario che si trovino soluzioni
alternative. In Campania ci sono cooperative e associazioni che,
attraverso un progetto cofinanziato da Cassa Ammende e Regione
Campania, accolgono uomini e donne senza fissa dimora. Bisogna
farsi carico del compito di potenziare questi percorsi
alternativi e migliorativi, non continuare a girarsi dall’altra
parte”. (ANSA).

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