Danimarca: il Museo dei rifugiati apre al campo "dei tedeschi" di Oksbøl

Denmark, 2022.
Denmark, 2022. Diritti d'autore John Randeris/Ritzau Scanpix via AP
Diritti d'autore John Randeris/Ritzau Scanpix via AP
Di Cristiano TassinariEuronews - Associated Press
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Il Museo "Flugt" - che in danese significa fuga - è stato presentato sabato ed è situato sul campo di Oksbøl, un paese nel sud-ovest della Danimarca, che ha ospitato fino a 100.000 rifugiati tedeschi negli anni del dopoguerra. Il Museo è stato in parte finanziato dal governo tedesco

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Un museo che racconta la storia di intere generazioni di rifugiati.

Il "Flugt" - che in danese significa "fuga" - è il Museo dei Rifugiati della Danimarca: è stato presentato sabato, situato sul vecchio campo-profughi di Oksbøl, un paese nel sud-ovest della Danimarca che ha ospitato fino a 100.000 rifugiati tedeschi negli anni del secondo dopoguerra.

Le storie dei rifugiati

Il museo racconta anche la storia di immigrati dall'Iran, dal Libano, dall'Ungheria, dal Vietnam e da altri Paesi, che sono fuggiti dalla loro patria e hanno trovato rifugio in Danimarca. 
Su grandi schermi-video raccontano le loro storie, direttamente dalla loro voce.

Screengrab by AP Video
Serve il punto interrogativo?Screengrab by AP Video
"Essere un rifugiato non è qualcosa che si decide. Non è una scelta personale, è qualcosa che accade".
Sawsan Gharib Dall
palestinese apolide nata in un campo profughi in Libano, dove ha vissuto fino alla fuga e all'arrivo in Danimarca nel 1985

Il Direttore del Museo, Claus Kjeld Jensen, spiega: 
"Quando oggi si sente parlare di rifugiati in tutto il mondo, si sente parlare di numeri enormi, di numeri senza volto o di numeri, a volte, spaventosamente alti di persone che arrivano nel nostro Paese. Ma noi vogliamo raccontare che dietro questi numeri ci sono persone vere".

AP Photo
Claus Kjeld Jensen, il Direttore del Museo. (25.6.2022)AP Photo

Alla visita inauguale del Museo ha partecipato anche la Regina Margrethe di Danimarca
Presente anche il vice Cancelliere tedesco e ministro dell'Economia, Robert Habeck

Bo Amstrup/Bo Amrstrup / Ritzau Scanpix
La Regina Margrethe di Danimarca e il vice Cancelliere tedesco Robert Habeck. (25.6.2022)Bo Amstrup/Bo Amrstrup / Ritzau Scanpix

Costato 16 milioni di euro e progettato dall'architetto Bjarke Ingels, il museo "Flugt" aprirà al pubblico il 29 giugno: è stato finanziato da donazioni private e dal governo tedesco. 

Il Museo consiste in un edificio moderno e curvilineo in legno e vetro che collega due vecchie strutture in mattoni, che erano gli edifici ospedalieri del dopoguerra.

All'esterno del Museo, un percorso guida i visitatori davanti a targhe che descrivono le sorti dei tedeschi che hanno cercato rifugio nel campo, chiamato Oksboellejren, tra il 1945 e il 1949.
La maggior parte di loro si è poi stabilita nella Germania Occidentale, ma un cimitero, al campo, è diventato l'ultimo luogo di riposo per coloro che sono morti lì.

John Randeris/John Randeris, www.johnranderis.dk, randeris@me.com
L'esterno del Museo "Flugt".John Randeris/John Randeris, www.johnranderis.dk, randeris@me.com

Le contraddizioni danesi

In passato, la Danimarca è stata un rifugio per i rifugiati. 
Dei 5,8 milioni di abitanti della Danimarca, più di 650.000 sono immigrati, mentre 208.000 sono elencati nelle statistiche statali come discendenti di immigrati.

Tuttavia, negli ultimi anni i governi danesi, con l'immigrazione su larga scala in continuo aumento, hanno cercato di porre dei limiti al numero di nuovi arrivati.

Incuneata tra Germania e Svezia, la Danimarca ha accolto solo una piccola parte dell'oltre milione di persone arrivate dall'Africa e dal Medio Oriente nel 2015, l'anno della crisi migratoria.

Più di 11.500 persone hanno chiesto asilo in Danimarca, mentre 1,1 milioni lo hanno fatto in Germania e 163.000 in Svezia. 

Nel 2016 è stata approvata una legge che consente alle autorità di "sequestrare" gioielli e altri beni ai rifugiati, per aiutarli a finanziare l'alloggio e altri servizi. In pratica, la legge è stata applicata solo poche volte.

La Danimarca ha anche revocato i permessi di residenza di alcuni rifugiati siriani, dichiarando "sicure" alcune parti della Siria (dalle quale provenivano quei rifugiati) e ha "accarezzato" l'idea di aprire "campi" per richiedenti asilo in Ruanda.

Ma finora non se n'è fatto nulla, anche per le polemiche scoppiate in Patria.
La premier Mette Frederiksen ha fatto una parziale retromarcia.
La Danimarca - di fatto - non ha ancora concluso un accordo per l'invio dei richiedenti asilo in Ruanda.

Tuttavia, il Regno Unito, che aveva piani simili, ha dovuto cancellare il suo primo volo di richiedenti asilo, dopo l'intervento della Corte europea dei diritti dell'uomo, che ha citato "un rischio reale di danno irreversibile".

Secondo le statistiche ufficiali, quest'anno hanno chiesto asilo in Danimarca 2.717 persone.

John Randeris/John Randeris, www.johnranderis.dk, randeris@me.com
All'interno del Museo "Flugt". (25.6.2022)John Randeris/John Randeris, www.johnranderis.dk, randeris@me.com
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