Il rapporto Copernicus, pubblicato in occasione della Giornata della Terra, evidenzia dati allarmanti. Tra le conseguenze, alluvioni, incendi e temperature estreme: la più alta nella storia del continente è stata registrata a Siracusa, 48.8 gradi
Temperature elevate, ondate di calore, vasti incendi, allagamenti e tempeste improvvise. Sono state le consguenze dell'estate 2021, la più calda di sempre in Europa. Oggi lo certifica il rapporto “European State of the Climate 2021“ di Copernicus, iniziativa dell'Agenzia Spaziale Europea e della Commissione europea per monitorare le condizioni climatiche nel continente. Il report, che si basa su osservazioni satellitari, misurazioni in loco e modelli computerizzati, è stato pubblicato in occasione della Giornata della Terra, la più grande ricorrenza ambientale a livello mondiale.
Caldo estremo...
Le temperature estive sono state di circa un grado centigrado al di sopra della media degli ultimi tre decenni. Nei Paesi europei che affacciano sul Mar Mediterraneo, il termometro ne ha spesso segnato di estreme, tra cui Il record continentale di 48.8 gradi, registrato a Siracusa in una torrida giornata d'agosto.
Le ondate di calore hanno favorito gli incendi, in una delle stagioni più colpite dai roghi degli ultimi 30 anni, con più di 800mila ettari vegetazione bruciati.
Anche il mare si è riscaldato come mai prima d'ora nelle zone del Mediterraneo orientale e del Mar Baltico, con i dati più alti dall'inizio delle registrazioni satellitari negli anni '90. La scorsa estate, alcune zone del Baltico sono arrivate a oltre cinque gradi in più della media del periodo, una cifra impressionante considerando anche la latitudine di questo mare semichiuso.
Il riscaldamento marino è del resto una tendenza chiara anche a livello globale: in relazione a questo indicatore, il 2021 segna il sesto o il settimo dato più alto dal 1850, nonostante La Niña, un fenomeno meteorologico che ha origine nell'Oceano Pacifico e che raffredda le acque mondiali.
... e piogge torrenziali
Allo stesso tempo, il Nord Europa è stato investito da piogge senza precedenti e devastanti alluvioni, con oltre 200 morti tra Belgio e Germania. Anche questa sarebbe una conseguenza del riscaldamento globale, secondo gli esperti, visto che il caldo aumenta l'umidità e quindi il rischio di precipitazioni. "Si tratta di uno dei cambiamenti più visibili e pronunciati che stiamo vedendo", ha detto all'agenzia Reuters Wim Thiery, scienziato del clima della Vrije Universiteit di Bruxelles.
Segnali contrastanti, infine, arrivano dall'Artico. Il 2021 ha registrato una temperatura più bassa dei quattro anni precedenti, con il periodo tra gennaio e marzo insolitamente freddo. Di contro, la regione rimane 0.4 gradi sopra la media e la concentrazione di ghiaccio marino ha raggiunto i livelli più bassi di sempre nel Mar di Groenlandia.
Per limitare gli eventi estremi ed evitare un ulteriore riscaldamento che scatenerebbe eventi meteorologici più distruttivi, serve tagliare subito le emissioni di gas a effetto serra, avverte Mauro Facchini, capo dell'Unità Copernicus presso l'Unione europea.
Nonostante gli impegni dell' Accordo di Parigi del 2015 a limitare l'aumento della temperatura globale a 1,5 gradi al di sopra dei livelli preindustriali, le emissioni globali di CO2 sono cresciute del 6% nel 2021, rispetto all'anno precedente.