Uno di loro è stato ferito durante i bombardamenti e ha passato quasi un mese in ospedale: l'altro, padre di cinque figli, è diventato un cecchino in prima linea
Da quando è iniziata la guerra, due filosofi ucraini hanno lasciato le aule di studio e le lezioni universitarie e sono andati a combattere contro gli invasori russi.
Uno di loro è stato ferito durante i bombardamenti e ha passato quasi un mese in ospedale: l'altro, padre di cinque figli, è diventato un cecchino in prima linea.
Entrambi hanno raccontato le loro storie ad Euronews.
Sino all'invasione russa, Olexandr guidava un gruppo di studiosi di filosofia a Kiev: era coinvolto in dibattiti sui filosofi tedeschi e stava lavorando alla sua tesi di dottorato.
Quando i primi razzi russi hanno colpito Kiev, il giovane ha imbracciato una mitragliatrice: con una formazione di base, frutto del suo servizio militare obbligatorio 17 anni fa, si è arruolato in un'unità di artiglieria.
"Non c'è libertà intellettuale in un Paese autoritario, io non voglio essere un rifugiato ma vivere nel mio Paese, per questo combatto.
E sono certo che tutta la società ucraina combatte con noi".
Ferito durante i bombardamenti russi. il giovane filosofo è determinato a tornare in prima linea appena la sua gamba sarà guarita.
"Noi, ucraini, non stiamo combattendo solo per il nostro Paese, in questi giorni, ma per l'intera architettura politica del XXI secolo".
Un altro filosofo ucraino, Yury, professore padre di 5 figli, è diventato cecchino nell'Esercito: secondo la legge ucraina, gli uomini con 3 o più figli sono autorizzati a rimanere a casa e a prendersi cura delle loro famiglie, ma lui si è rifiutato di farlo.
Per ragioni di sicurezza, non ha inviato un video, dato che alcuni dei suoi compagni che hanno usato i loro telefoni sono stati individuati e uccisi dai russi.