Personae non gratae: 150 diplomatici russi espulsi dall'Europa in 48 ore

Diplomatici nel mirino dell'Ue
Diplomatici nel mirino dell'Ue Diritti d'autore Fotograma AFP
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Di Gianluca Martucci Agenzie:  AFP
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Mossa congiunta dei Paesi europei nell'espellere i funzionari russi. Sarebbero 260 quelli costretti ad abbandonare il suolo europeo dall'inizio della guerra

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In Europa centocinquanta diplomatici russi sono espulsi nelle ultime quarantotto ore. Italia, Danimarca, Svezia e Spagna si sono allineate alla decisione che Germania e Francia avevano preso lunedì espellendo a loro volta decine di diplomatici dopo le immagini del massacro compiuto dai russi a Bucha, nei pressi di Kiev. Roma ha espulso trenta diplomatici. Il ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio ha spiegato che la misura è stata presa "in accordo con gli altri partner europei e atlantici e nel contesto della situazione di crisi conseguente all'ingiustificata aggressione all'Ucraina da parte della Russia". Ci sono validi sospetti per ritenere che alcuni diplomatici avrebbero condotto attività di spionaggio, ha fatto sapere il Ministero.

Mosca: "Ci saranno rappresaglie"

Mosca ha risposto all'iniziativa dei Paesi europei accusandoli di mancanza di lungimiranza. "Questo complica ulteriormente la comunicazione tra Russia e l'Unione Europea, che deve essere preservata per trovare delle soluzioni politiche alla guerra in Ucraina", ha dichiarato il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov annunciando misure di rappresaglia. La Russia continua a negare il suo coinvolgimento nei fatti di Bucha, dove decine di cadaveri sono giacevano per strada dopo la liberazione della città dalle truppe russe. Secondo il Cremlino le immagini sarebbero una totale messa in scena da parte del governo di Kiev per screditare i militari russi.

Nelle scorse settimane alcuni Paesi tra cui Belgio, Paesi Bassi e Polonia avevano già espulso alcuni diplomatici. A oggi sarebbero duecentosessanta i funzionari costretti a lasciare il suolo europeo

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