Campagna elettorale per le presidenziali francesi nel vivo: 8 candidati in tv in vista del voto di aprile
A meno di un mese dal primo turno delle elezioni presidenziali francesi, la campagna elettorale è entrata nel vivo.
"La France face à la guerre" (La Francia che affronta la guerra) è il titolo del confronto televisivo su TF1 a cui hanno partecipato gli otto principali candidati: Anne Hidalgo, Yannick Jadot, Marine Le Pen, Emmanuel Macron, Jean-Luc Mélenchon, Valérie Pécresse, Fabien Roussel e Eriz Zemmour.
Non hanno partecipato al dibattito gli outsider: la rappresentante di Lutte Ouvriére Nathalie Arthaud; il candidato del Nuovo Partito Anticapitalista, Philippe Poutou; il deputato dei Pirenei Atlantici, Jean Lassalle; il sovranista Nicolas Dupont-Aignan.
Candidati alle presidenziali: confronto in tv
Come su un ring, ma mediatico. L'agorà elettorale francese, in vista delle presideziali, propone il confronto tra gli otto principali candidati.
" La guerra crudele subita dagli ucraini mette in luce le gravissime debolezze del nostro Paese, conseguenza di scelte politiche errate", dice Marine Le Pen, candidata del Rassemblement National, alla terza candidatura (14,5% nei sondaggi).
Ancora più a destra Eric Zemmour, ex giornalista (13% nei sondaggi): "Oggi la violenza è dappertutto - sottolinea - e l'identità francese non esiste più".
Un cavallo di battaglia per Zemmour mentre la candidata dei Repubblicani Valérie Pécresse sottolinea cosa serve al Paese: "Vista la minaccia, dobbiamo cambiare la nostra politica per diventare più sovrani e più potenti. Perché la guerra in Ucraina non ci fa dimenticare e non cancella le difficoltà dei francesi e i problemi della Francia".
Il presidente Emmanuel Macron (30% nei sondaggi), che ha rifiutato un confronto diretto, si rifà al percorso intrapreso con la sua elezione nel 2017 e alle sfide affrontate: il terrorismo, l'epidemia, la crisi sociale e ora la guerra. "E - dice - ogni volta abbiamo restistito".
Al debutto alle presidenziali la sindaca di Parigi, Anne Hidalgo, per i socialisti, lancia un appello all'unità per tenere fuori tutti gli gli estremismi e fare in modo che le democrazie prevalgano contro le dittature.
Da Greenpeace all’Europarlamento. anche Yannick Jadot ci riprova. Né di destra né di sinistra, ma verde è il suo motto per l'Eliseo.
A sinistra invece, con parole diverse, Fabien Roussel e Jean-Luc Mélenchon (12% nei sondaggi) riconducono il confronto ai diritti individuali: servizi pubblici, industria, salari e pensioni.
Primo round il 10 aprile.