Ucraina: undicesima giornata di guerra. Lunedì altri colloqui tra le delegazioni

Soldati ucraini alla periferia di Kiev
Soldati ucraini alla periferia di Kiev Diritti d'autore Emilio Morenatti/Copyright 2019 The Associated Press. All rights reserved
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Di Cinzia Rizzi Agenzie:  ANSA, AP
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Saltati sabato i corridoi umanitari a Mariupol e Vonovakha. La resistenza ucraina, però, non molla

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Mentre in Ucraina si continua a combattere senza sosta sul campo, per l'undicesimo giorno consecutivo, le speranze di un possibile negoziato si riaccendono. Lunedì le delegazioni russa e ucraina dovrebbero incontrarsi per un terzo round di colloqui.

La fiducia però tracolla, dopo che i corrodoi umanitari per la popolazione di Mariupol e Volnovakha e la tregua promessa da Mosca sono saltati questo sabato. Entrambi le parti si rimpallano le responsabilità.

Questa domenica il Consiglio comunale di Mariupol ha annunciato l'entrata in vigore di un nuovo cessate il fuoco temporaneo, dalle 10 alle 21 ora locale, con l'evacuazione dei civili prevista dalle 12. Se questa volta la tregua dovesse essere rispettata i civili potranno lasciare la città con autobus o mezzi privati, lungo un percorso prestabilito e seguendo un convoglio guidato dalla Croce Rossa.

Nel frattempo, il Ministero della Difesa russo ha fatto sapere che il quartiere Staryi Krym di Mariupol è nelle mani delle forze della repubblica popolare del Donetsk.

"Il nostro popolo non si arrende"

L'unica certezza è la resistenza ucraina. "Il nostro popolo, i nostri ucraini, non si ritirano, non si arrendono. La resistenza continua. Gridano agli occupanti: 'Andate a casa'. Mandateli via dal nostro territorio, bloccategli la strada", ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Centinaia di uomini hanno fatto la fila nella capitale, per arruolarsi nelle forze armate. Dall'inizio del conflitto sono 100mila i volontari che hanno deciso di combattere con le Forze di difesa territoriale ucraine.

Irpin, alle porte di Kiev, è stata oggetto di pesanti bombardamenti russi negli ultimi giorni. Il ponte che collega la cittadina alla capitale non c'è più. Non è chiaro se sia stato bombardato dai russi o se siano stati gli stessi ucraini a distruggerlo per bloccare l'avanzata del nemico.

La città di Kherson, sul Mar Nero, è in mano russa da diversi giorni ormai. Gli abitanti, impavidi, continuano a scendere in strada, per protestare contro gli "occupanti russi". Non si fermano neanche davanti ai colpi di arma da fuoco sparati dall'esercito di Vladimir Putin per disperdere i manifestanti.

Intanto il ministero della Difesa russo sabato ha pubblicato un video nel quale si vedono armi abbandonate, lasciate dai soldati ucraini in fuga. Anche Kiev nei giorni scorsi ha mostrato carri armati e armamenti abbandonati dalle forze nemiche.

E mentre si spera per una svolta diplomatica, l'Ucraina si sveglia per l'undicesimo giorno in guerra.

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