Crisi in Ucraina, abbondano le reazioni di condanna internazionali

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Macron, Scholz, Johnson e Draghi uniti nelle esternazioni anti-Putin: condanna anche dal Vaticano, manifestazioni contro la guerra in buona parte d'Europa e anche in Russia

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Si registrano reazioni internazionali di condanna pressochè unanimi nei confronti della Russia dopo l'attacco all'Ucraina.

Emmanuel Macron ribadisce vicinanza a Kiev.

"Sosterremo l'Ucraina senza esitazione - dice Macron - e ci assumeremo la piena responsabilità di proteggere la sovranità e la sicurezza dei nostri alleati europei.

Miei cari compatrioti, gli eventi di questa notte sono una svolta nella storia dell'Europa e del nostro Paese, avranno conseguenze durevoli e profonde sulle nostre vite, conseguenze sulla geopolitica del nostro continente e potremo rispondervi insieme".

Sulla stessa falsa riga si posiziona il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, che prevede l'utilizzo del "pugno duro" verso Putin.

"Di concerto con i nostri alleati - dice Scholz - acconsentiremo ad un massiccio pacchetto di sanzioni economiche progettato in tempo per azzoppare l'economia russa: a tal fine, dobbiamo anche collettivamente prendere le distanze dalla dipendenza da petrolio e gas russi, che per troppo tempo hanno dato a Putin il controllo della politica occidentale.

La nostra missione è chiara dal punto di vista diplomatico, politico, economico e infine militare: questa orribile e barbara impresa di Vladimir Piutin deve finire con un fallimento".

Alberto Pezzali/Copyright 2022 The Associated Press. All rights reserved
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Anche il premier britannico Boris Johnson attribuisce a Mosca tutte le colpe dell'attuale situazione.

"Questo 24 febbraio è un giorno terribile per l'Ucraina e un giorno oscuro per l'Europa - afferma Johnson - con il suo attacco all'Ucraina, il presidente russo sta violando ancora una volta il diritto internazionale.

Putin sta portando sofferenza e distruzione ai suoi immediati vicini, sta violando la sovranità e i confini dell'Ucraina e mettendo in pericolo la vita di innumerevoli persone nella Nazione gemella della Russia.

Sta sfidando l'ordine di pace: non c'è giustificazione per tutto ciò, questa è la guerra di Putin".

Le parole dal Vaticano

"Risparmiamo al mondo la follia e gli orrori della guerra": questo è il primo messaggio lanciato dalla Santa Sede.

"I tragici scenari che tutti temevano stanno diventando realtà - dice Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano - eppure c'è ancora tempo per la buona volontà, c'è ancora spazio per i negoziati, per l'esercizio di quella saggezza che può impedire il prevalere di interessi di parte, salvaguardare le legittime aspirazioni di tutti e risparmiare al mondo la follia e gli orrori della guerra".

Il cardinale Parolin ha poi ribadito l'appello di Papa Francesco per una giornata di digiuno e preghiera per la pace il prossimo 2 marzo, mercoledì delle Ceneri.

Reazioni dal mondo

Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, afferma che il mondo "riterrà la Russia responsabile" e il capo della Nato ha definito l'azione della Russia una violazione del diritto internazionale e una minaccia per la sicurezza dell'Europa e dei suoi alleati atlantici.

Ferma condanna del presidente del Consiglio Mario Draghi: "L'attacco è ingiustificabile, siamo vicini al popolo e alle istituzioni ucraine.

Siamo al lavoro con gli alleati europei e della Nato per rispondere immediatamente, con unità e determinazione".

Anche la Nato "condanna con forza" l'attacco ingiustificato della Russia contro l'Ucraina e chiede a Mosca "di fermare immediatamente la sua azione militare".

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Inoltre, ribadisce il suo sostegno al popolo ucraino e riafferma che farà "tutto il necessario per proteggere e difendere i suoi alleati": è quanto si legge in una dichiarazione diffusa dal segretario generare, Jens Stoltenberg.

Manifestazioni di solidarietà, anche in Russia

Il fronte della solidarietà con Kiev è unito da Parigi passando per Berlino e fino a Varsavia, le manifestazioni per l'Ucraina hanno unito l'Europa.

I commenti sono disparati, ma tutti pertinenti: "È un bene che abbiano bloccato Nord stream 2 - dice Niklas, cittadino tedesco - ma penso che possano adottare anche altre sanzioni come mandare armi in Ucraina, non capisco perché non sia stato ancora fatto".

I manifestanti chiedono lo stop alla guerra: in piazza sono scesi anche i polacchi, nemici storici di Putin.

A Mosca, le autorità hanno chiuso la centralissima piazza Pushkin, dopo che alcuni manifestanti si erano riuniti con cartelli con su scritto "No alla guerra".

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In totale, sono 1400 le persone arrestate durante le proteste che si sono svolte in ben 40 città della Russia contro la guerra all'Ucraina.

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