La kermesse cinematografica ha già sperimentato forme di coinvolgimento particolari. Lo scorso anno, causa Covid, si concentrò sul tema dell'isolamento
Ipnotizzare gli spettatori in attesa dell’inizio del film. Un’esperienza unica e innovativa. L’esperimento arriva dal Festival del cinema di Göteborg dove il pubblico ha vissuto l’ipnosi sulla propria pelle, grazie al lancio di The Hypnotic Cinema.
Al posto dei soliti trailer una sessione live per rilassare mente e corpo. Disorder – questo il focus dell’evento – ha esplorato il confine tra ordine e disordine, nella nostra società e dentro di noi.
"Ho provato a fare tutto quello che ci veniva chiesto di fare, racconta una delle partecipanti. E’ stato più facile mettere a fuoco oggetti e situazioni grazie all'ambiente, al buio totale, dove l’unica luce era quella dello schermo. Ci siamo sbarazzati di tutti i rumori e delle distrazioni del mondo esterno. C’era una maggiore concentrazione.”
Il più grande evento filmico scandinavo, nato nel 1979, ha aperto sua edizione il 28 gennaio annunciando questa importante e rivoluzionaria novità: la volontà, cioè, di ipnotizzare gli spettatori in sala, in modo da “modificare lo stato mentale degli spettatori in accordo con il tema e l'atmosfera del film”.
Questa sorta di incantesimo viene interrotto solo dopo la conclusione della pellicola. Tre i titoli che hanno questo trattamento speciale: Memoria del thailandese Apichatpong Weerasethakul, che vede nel cast anche Tilda Swinton; Land of Dreams di Shirin Neshat con Matt Dillon e Isabella Rossellini già presentato a Venezia; e infine il thriller psicologico Speak No Evil di Christian Tafdrup.
L'anno scorso, anche a causa delle restrizioni Covid, sempre per riflettere sul concetto di isolamento, un singolo spettatore aveva passato una settimana a vedere film da solo dentro un faro su un'isola alle coste della Svezia.