In attesa dell'inizio degli Australian Open (17 gennaio) si mette male per Novak Djokovic. Il campione di tennis rischia fino a cinque anni di carcere per false dichiarazioni
Le cose si complicano Per Novak Djokovic. Il campione serbo potrebbe rischiare fino a cinque anni di carcere in Australia e tre anni di squalifica.
Carriera finita.
Secondo quanto riporta la stampa locale, le autorità australiane stanno analizzando i punti discordanti e le discrepanze che sono emerse nelle informazioni fornite da Djokovic.
Il campione di tennis ha ammesso di aver violato la quarantena a dicembre in Serbia con uscite pubbliche mentre era positivo al Covid e di aver effettuato attraverso un membro del suo staff un'errata dichiarazione di viaggio per l'ingresso in Australia.
False dichiarazioni, incongruenze sulla data del test per il Covid. L’indagine del dipartimento degli Affari Interni sulla star del tennis si sta ampliando. Il campione si è allenato sul campo di Melbourne Park, ma con la testa difficilmente sgombra da pensieri che ora diventano dei veri e propri grattacapi.
Primo errore: l'intervista
In attesa dell'inizio degli Australian Open (17 gennaio) e dell'autorizzazione a restare in Australia, il 34enne tennista serbo, sul suo profilo Instagram, ha scritto un lungo post dove denuncia la "disinformazione" attorno al suo caso e, in particolare, sulla presunta violazione delle regole di isolamento, dopo essere risultato positivo il 16 o 17 dicembre (la data - misteriosamente - non è certa).
Djokovic ha, peraltro, confermato di aver concesso, il 18 dicembre, un'intervista al quotidiano francese L'Equipe, alla presenza di un cronista e di un fotografo, sapendo di essere positivo e, quindi, avrebbe dovuto essere in quarantena.
Secondo errore: documento sbagliato
Lo stesso Djokovic ha ammesso che nella compilazione del suo documento di ingresso in Australia è stato commesso un errore, da parte del suo agente.
Sul modulo è stato dichiarato che Djokovic non aveva viaggiato nei 14 giorni precedenti il suo arrivo in Australia, quando in realtà - da Montecarlo, dove vive - ad inizio gennaio era stato in Spagna, a Marbella, e in Serbia, a Belgrado.
L'agente di Djokovic avrebbe sbarrato la casella sbagliata...
Tutto questo dopo che la Border Force australiana - l'autorità locale per l'immigrazione - ha annunciato che sta indagando su una possibile "falsa dichiarazione" di Djokovic, che sarebbe un utile pretesto per la cancellazione del visto.
Terzo errore: test manomesso?
Sul famoso e ormai famigerato test, il giornale tedesco "Der Spiegel" ha raccontato di presunte anomalie tra la versione cartacea del risultato (positivo) del test molecolare e la versione digitale (dove, invece, è negativo) dello stesso test, presentata dagli avvocati di Djokovic.
Un evidente caso di manomissione?