Djokovic: piove sul bagnato, a forte rischio gli Open di Francia

Piove sul bagnato per Novak Djokovic, cui potrebbe essere impedito di giocare agli Open di Francia, dopo che il ministero dello Sport transalpino ha dichiarato che non ci sarebbe stata alcuna esenzione dalla nuova legge sui vaccini.
Il mesto rientro
Dopo quasi 24 ore di volo e uno scalo a Dubai, Novak Djokovic lunedì è tornato in patria, atterrando a Belgrado.
Reduce da una vera e propria telenovela in Australia, dove rischia di non poter tornare per tre anni, il serbo era atteso da una folla di forze dell'ordine e giornalisti, cui non sono state rilasciate dichiarazioni.
All'esterno, tifosi osannanti sono rimasti delusi, in quanto abilmente dribblati.
La data del suo rientro sui campi da gioco dipenderà dalle restrizioni dei Paesi che ospiteranno i prossimi tornei.
Anche gli sponsor, inoltre, iniziano a spazientirsi: Lacoste, fornitore ufficiale di Djokovic, infatti, ha annunciato l’intenzione di "fare quanto prima il punto" della situazione col tennista serbo.
Volto scuro e borsa in spalla: silenzioso, incupito e scortato, Novak Djokovic torna dunque a casa, espulso dall'Australia dopo la decisione definitiva del tribunale federale che ha respinto l'appello dei suoi legali impedendogli di partecipare agli Open, al via oggi a Melbourne.
La reazione della famiglia
Intanto, alle voci di dissenso su quanto accaduto al campione serbo si aggiunge quella della famiglia di Djokovic: il padre ha scaricato la sua frustrazione con parole che hanno scatenato anche l'ilarità dei social.
“Chiamerò la regina Elisabetta, come leader del Commonwealth, per intervenire e proteggere i diritti umani di mio figlio, chiedo di fermare la persecuzione politica nei suoi confronti, l’attentato al miglior sportivo del mondo è finito, 50 proiettili al petto di Novak”.
Una reazione sopra le righe, così diversa nei tono rispetto alla reazione apparentemente più composta dello stesso tennista, che ha rinunciato a un nuovo appello dichiarando di essere dispiaciuto ma di essere pronto a rispettare la sentenza.