La conclusione delle attività d'informazione ha lasciato il 60% dei giornalisti disoccupati, particolarmente colpite le donne
Oltre il 40% dei media afghani ha chiuso i battenti dal ritorno dei talebani.
Un sondaggio pubblicato da Reporters sans frontières (RSF) e dall'Afghan Independent Journalists Association (AIJA) indica infatti che circa il 43% dei locali organi di stampa ha chiuso le proprie attività, lasciando il 60% dei giornalisti disoccupati.
"La situazione delle organizzazioni dei media è cambiata - dice Abid Ehssas, responsabile delle news di Shamshad TV - gli introiti sono diminuiti, molti dei giornalisti esperti che hanno lavorato negli ultimi 20 anni hanno lasciato il Paese.
Il mercato si è indebolito, ci sono alcuni media che stanno facendo autocensura, o sono state imposte loro alcune limitazioni".
In generale, tutto il settore è sull'orlo del tracollo, dovendo far fronte a una grave carenza di fondi.
Particolarmente emblematica la storia di Mustafa Jafari, ex giornalista, che ora per vivere vende pannocchie di mais per strada.
"Purtroppo - afferma Mustafa Jafari - non vedo un futuro brillante e giorno dopo giorno perdo la speranza, perché la situazione economica e politica dell'Afghanistan sta peggiorando ogni giorno che passa".
Nel settore di riferimento, assai colpite anche le donne, l'84% delle quali vanta il triste primato di essere senza lavoro dall'acquisizione del potere da parte dei talebani.
Dei 543 media operanti in Afghanistan all'inizio dell'estate, solo 312 erano ancora operativi alla fine di novembre.