L'ombra del COVID sulla ripresa economica nel 2022

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Di Oleksandra Vakulina
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C'è incertezza sulle prospettive economiche europee nel 2022. C'è chi però teorizza una ripresa dei consumi in primavera.

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A luglio l'Unione Europea ha introdotto i pass sanitari per facilitare gli spostamenti delle persone completamente vaccinate contro il coronavirus, quelle guarite dalla malattia o con un test molecolare negativo.

In questo modo i paesi membri hanno cercato di salvare la stagione delle vacanze estive e rilanciare il turismo dopo le restrizioni del primo periodo della crisi.

Molti hanno dunque potuto tornare a viaggiare, ma saremo in grado di continuare a farlo anche il prossimo anno?

Gli aeroporti internazionali sono stati il teatro di scene commoventi lo scorso anno. Gli Stati Uniti hanno riaperto le frontiere dopo quasi 20 mesi.Il divieto di viaggio, imposto all'inizio del 2020, impediva l'accesso ai cittadini non statunitensi in provenienza da 33 paesi, inclusa l'Unione Europea.

"Siamo stati come puniti - racconta Laurence Tesson, residente a Douai, in Francia. - Non ho potuto vivere tante cose. Mi sono persa la nascita di una nipote, non ho potuto veder crescere gli altri miei nipoti, e mi sono mancati i miei figli. "

Nel 2020, dopo il lancio della campagna di vaccinazione contro il Covid-19, è anche ripartita la speranza di tornare finalmente alla normalità.Sono ripresi i viaggi, le frontiere sono state riaperte e le economie hanno ricominciato a crescere.

Il rimbalzo economico è stato impressionante, cittadini e imprese non vedevano l'ora di dimenticare l'incubo Covid e riprendere la vita di prima.

Poi, però, è arrivata la variante Delta, che ha costretto la maggior parte dei paesi a controllare nuovamente gli spostamenti.

La scoperta di Omicron ha provocato ancora più restrizioni e divieti di viaggio, smorzando ulteriormente l'ottimismo.

L'Austria è stato il primo paese dell'Europa occidentale a reimporre un blocco totale.

Racconta Johannes Fuchs, un commerciante del celebre mercato di Natale di Vienna: "Abbiamo potuto aprire per una settimana e poi ci sono state tre settimane di blocco. Questo significa ovviamente una grande perdita di fatturato, ma speriamo di riuscire a superarla bene".

Il lockdwon è stato di breve durata, ma l’Austria ha comunque mantenuto diverse misure restrittive. In seguito, è stata l’Olanda a optare per un periodo di confinamento.

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