L'Unione Europea guarda ad est mentre la Russia continua a rappresentare una minaccia

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Di Efi Koutsokosta
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Un summit con ex repubbliche sovietiche cerca di risolvere la crisi con Minsk e al confine russo-ucraino

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I leader europei stanno cercando di rilanciare i loro rapporti con cinque ex repubbliche sovietiche dell'Europa orientale. I leader di Ucraina, Georgia, Moldova, Armenia e Azerbaigian sono a Bruxelles per un vertice molto articolare. Obiettivo iniziale dell'incontro era rafforzare i rapporti con l'UE, ma le tensioni con la Russia hanno rubato la scena. Ora si aspettano di ottenere rassicurazioni di sostegno contro ogni possibile aggressione russa, a seguito della “continua destabilizzazione” dell'Est europeo.

È quanto ha indicato il nuovo cancelliere tedesco nel suo discorso al Bundestag in vista del suo viaggio a Bruxelles.

Cos`ì Olaf Scholz, cancelliere tedesco:  "Qualsiasi violazione dell'integrità territoriale avrà un prezzo elevato e parleremo con una sola voce con i nostri partner europei e alleati transatlantici. Allo stesso tempo siamo pronti per un dialogo costruttivo". 

Il presidente ucraino Zelensky ha detto: "Io sono riuscito a spiegare ai nostri colleghi europei che per noi è importante che le sanzioni vengano applicate prima piuttosto che dopo l'inizio del conflitto perché in quel caso la normalità non ritornerà certamente".

Prima del vertice, si sono svolti una serie di incontri bilaterali, principalmente con il presidente ucraino Volodimir Zelenski. Mentre la Russia sta riunendo truppe e i suoi confini e i leader dell'UE vogliono mostrare il loro chiaro sostegno all'integrità territoriale dell'Ucraina.

Il vertice di un giorno del "Partenariato orientale" a Bruxelles mostra anche lo scarso successo dell'approccio europeo alle ex repubbliche sovietiche. Tre di loro hanno chiesto l'adesione: Georgia, Ucraina e Moldova. Ma è altamente improbabile, anche perché la Russia considera questa regione come il suo cortile di casa dove ha interessi di sicurezza. E infatti c'era uno assente, il presidente della Bielorussia, che ha deciso di abbandonare il partenariato orientale.

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