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Pesca post Brexit: la rabbia dei pescatori francesi rimasti fuori dall'accordo

Pesca post Brexit: la rabbia dei pescatori francesi rimasti fuori dall'accordo
Diritti d'autore  Rafael Yaghobzadeh/AP
Diritti d'autore Rafael Yaghobzadeh/AP
Di Euronews
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Non si ferma la protesta dei pescatori francesi per le licenze di pesca nelle acque territoriali britanniche. Contestato l'accordo raggiunto al tavolo

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Al tavolo la disputa è risolta ma loro - i pescatori francesi - non sono soddisfatti.
L'accordo sui diritti di pesca post Brexit, raggiunto dopo ripetuti colloqui tra Londra e Parigi, non va bene, dicono.

L'intesa prevede il rilascio, da parte de Regno Unito, di altre 83 licenze per continuare a lavorare nelle acque territoriali britanniche.
Ma la mossa non soddisfa pienamente le flottiglie francesi: alcuni pescatori in Bretagna andranno avanti con il blocco di Calais, previsto il 23 dicembre.

Alain Laurenti, armatore, sottolinea le difficoltà di chi non ha ottenuto la licenza: "Vorremmo che i nostri amici di Jersey, Guernsey, Normandia e Saint-Malo fossero tutti intorno a un tavolo, non che fossero lì a dirci: 'questa barca è sulla lista verde, sulla lista rossa, sulla lista blu'. Questo modo di affrontare la questione non porta a niente. Abbiamo bisogno di una quota di licenze e vogliamo assolutamente ottenerla. Non vogliamo che una o due barche rimangano fuori perché l'amministrazione ha deciso di metterle nella lista rossa".

Anche Loïc Escoffier, pescatore, è scontento: "Siamo un po' disgustati - dice - il 23 dicembre sarà un anno che ci viene detto: 'aspettate, ci sono delle soluzioni che arrivano, le cose si risolvono'. E alla fine niente!".

Dal canto suo, il governo francese assicura l'assistenza ai pescatori che non hanno ottenuto la licenza e non possono continuare a pescare in acque territoriali britanniche.

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