Siria, tornano gli attacchi sulla tregua in corso. Bombe a Damasco, raid ad Ariha

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Di Debora Gandini
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Decine di morti nella capitale siriana, e nei bombardamenti nella regione di Idlib. Nel Paese dal 2020 è in atto una tregua negoziata sotto l'egida della Turchia e della Russia

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Prima due bombe a Damasco contro un autobus che trasportava militari. Poi a poche ore dall'esplosione nella capitale della Siria, che ha fatto almeno 14 vittime, l'esercito ha bombardato la città di Ariha, nella regione di Idlib, roccaforte degli islamisti.

Secondo i soccorritori i morti sarebbero una decina, tra cui quattro bambini. Diversi anche i feriti. Per il vice coordinatore umanitario regionale delle Nazioni Unite Mark Cutts quanto accaduto è scioccante perché sono stati presi di mira civili e studenti.

La tv di Stato siriana ha mostrato un filmato del veicolo carbonizzato nel centro della capitale. Al momento nessuno ha rivendicato la responsabilità dell'attacco sul ponte Hafez al-Assad all'ora di punta, mentre in molti si stavano dirigendo a lavoro o a scuola. Una terza bomba è stata scoperta e disinnescata nella stessa zona.

Un atto vergognoso

Il comandante della polizia di Damasco, Hussein Jumaa, ha definito quanto accaduto un atto vigliacco, uno dei peggiori attentati degli ultimi anni. L'ultimo episodio di questa gravità era stato opera dell'autoproclamato Stato islamico nel marzo del 2017: il bersaglio era stato il palazzo di giustizia. Un attacco che fece 30 morti.

In Siria, dopo 9 anni di conflitto che hanno causato mezzo milione di morti, è in vigore dal 2020 una tregua negoziata sotto l'egida della Turchia e della Russia, quest'ultima alleata del presidente Bashar al Assad. Una tregua che finora ha retto, tra sporadici scontri e combattimenti. Il regime ha ripreso gran parte del Paese, fra cui quasi tutte le maggiori città. Al nord rimangono aree in mano curda, di gruppi jihadisti o di forze legate alla Turchia.   

Risorse addizionali per questo articolo • Associated Press

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