Kurz se ne va, ma lascia in buone mani: oggi giura il suo delfino

Kurz se ne va, ma lascia in buone mani: oggi giura il suo delfino
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Austria. Crisi di governo archiviata in due giorni. Travolto dallo scandalo dei sondaggi manipolati, Kurz cede il testimone al delfino Schallenberg, che gli deve la ribalta politica. Oggi il giuramento. Voci dalla piazza: "Continuerà a governare nell'ombra"

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Una crisi di governo archiviata in 48 ore appena e il suo fedele delfino che gli succede al potere. In Austria il cancelliere uscente Sebastian Kurz si cava d'impaccio dall'imbarazzante caso dei "sondaggi manipolati", con una una mossa gattopardesca, che sembra politicamente destinata a non cambiare niente.

Come Kurz, più di Kurz: Schallenberg il fidato "alter ego"

Fedele alleato di Kurz, di cui si è sempre dimostrato fra i più accesi sostenitori, il nome di Alexander Schallenberg era stato proposto sabato dallo stesso cancelliere uscente. Partigiano della sua stessa linea rigorista sulle politiche migratorie e dialogante invece con l'Ungheria di Orban, oggi riceverà l'incarico del Presidente Van der Bellen: "Il lavoro per il nostro Paese può continuare - ha detto il Capo di Stato austriaco -. Ringrazio Sebastian Kurz, che con le sue dimissioni ha allontanto ogni ombra dalla Cancelleria e contribuito in maniera determinante a proteggere l'integrità delle nostre istituzioni".

"Kurz resta potente. Continuerà a governare nell'ombra"

Il filo doppio che lega vecchio e nuovo cancelliere, così come la sudditanza a Kurz che molti ascrivono a Schallenberg, alimentano però lo scetticismo di numerosi cittadini austriaci. Alcuni deplorano la fragilità rivelata dalla breve crisi e confidano in un miglioramento. Altri parlano però apertamente di disillusione e sfiducia nella politica: "Non credo cambierà granché - dice un residente -. Kurz resta un uomo potente ed eserciterà la sua influenza da dietro le quinte. Dubito quindi che cambierà davvero qualcosa".

Disinnescata la protesta che rivendicava un nuovo governo. Sopravvive l'alleanza Popolari-Verdi

Al prezzo del sacrificio di Kurz, compiuta quindi al momento la missione del suo Partito Popolare: disinnescare critiche e protesta, per difendere la coalizione di governo coi Verdi. Negli scorsi giorni l'opposizione socialdemocratica aveva reclamato le dimissioni di Kurz, parlando di sua "manifesta impossibilità a governare". A rimettere in discussione la sua permanenza alla Cancelleria erano però stati anche gli alleati Verdi, che avevano sollecitato le consultazioni con le altre forze politiche, per sondare la possibilità di alternativi equilibri politici.

GEORG HOCHMUTH/AFP
Il cancelliere austriaco uscente, Sebastian KurzGEORG HOCHMUTH/AFP

L'accusa a Kurz della Procura anticorruzione: "Ha pagato un tabloid per pubblicare sondaggi di parte"

All'origine delle dimissioni di Kurz, un'inchiesta per corruzione e appropriazione indebita della Procura anticorruzione di Vienna. All'origine, una serie di scambi di SMS tra i collaboratori di Kurz, che hanno di recente indotto gli investigatori a condurre perquisizioni anche in due ministeri. Le accuse risalgono agli anni tra il 2016 e il 2018 quando Kurz, ancora ministro degli esteri, si stava adoperando per assumere la guida del Partito Popolare. I pm lo sospettano di aver pagato un tabloid per pubblicare una serie di articoli e di sondaggi, favorevoli alla formazione conservatrice.

La Procura anticorruzione di Vienna sostiene che i sondaggi in questione - realizzati su commissione nell'interesse del partito di Kurz -, siano stati pubblicati e utilizzati dal tabloid "Österreich", in cambio di pagamenti effettuati al suo editore, nell'ambito di un più ampio accordo di collaborazione pubblicitaria. In un comunicato, il quotidiano ha smentito ogni illecito e parlato di "malinteso".

La mossa di Kurz

Le dimissioni di Sebastian Kurz possono essere interpretate in modi diversi. C’è chi le considera una rimozione forzata. Negli ultimi tempi era cresciuta la pressione da parte della coalizione, da parte dei membri dell'opposizione ma anche dai suoi stessi collaboratori all'interno della Partito Popolare Austriaco.

Nessuna giustificazione per il cancelliere austriaco. Due inchieste della Procura per corruzione non potevano passare inosservate. C’è anche chi sostiene che le dimissioni di Kurz siano un po’ come la mossa attuata da Vladimir Putin. Il Presidente russo aveva supportato e nominato il suo fedele collega di partito Dmitry Medvedev per quattro anni per accrescere i suoi poteri. Allo stesso modo, Sebastian Kurz ha fatto lo stesso gioco. Lasciando la cancelleria, temporaneamente, nelle mani del suo alleato di partito Alexander Schallenberg, già ministro degli Esteri.

Nonostante le dimissioni, Sebastian Kurz rimane il leader del partito, continuando a guidare anche il governo dall’esterno, e questo nonostante le indagini in corso su presunte tangenti, appropriazione indebita e false dichiarazioni.

Una mossa che sta provocando polemiche nell’opposizione. Possibili ulteriori indagini sono in corso. E l’ormai ex cancelliere avrebbe perfino chiesto la revoca della sua attuale immunità parlamentare. Resta da vedere se tutto andrà secondo i piani per Kurz che, dichiarandosi innocente, ha deciso di restare in Parlamento.

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