Richiamo vaccinale, via libera dell'Ema alla terza dose nei tempi previsti dall'Agenzia. Alle autorità sanitarie nazionali il compito di valutare l'ipotesi del richiamo
Non c'è una regola comune, ma una sorta di parere quadro a cui poi i governi nazionali dovranno dare attuazione, a seconda della diffusione dei contagi.
Si tratta delle indicazioni dell'Agenzia europea del farmaco sulle vaccinazioni con Pfizer-BioNTech e Moderna: le persone con sistema immunitario gravemente indebolito potranno ricevere la terza dose almeno 28 giorni dopo la seconda somministrazione; in generale, il richiamo può essere preso in considerazione almeno 6 mesi dopo la seconda dose per le persone di età pari o superiore a 18 anni.
L'Agenzia ha spiegato che la sua decisione è basata sugli studi relativi all'aumento della capacità anticorpale.
La decisione ultima spetta alle autorità sanitarie nazionali: "Questi organismi sono nella posizione migliore per tenere conto delle condizioni locali, compresa la diffusione del virus (in particolare qualsiasi variante preoccupante), la disponibilità di vaccini e le capacità dei sistemi sanitari nazionali", ha dichiarato l'Ema.
Il parere dell'Agenzia europea del farmaco passa adesso alla Commissione europea per l'approvazione e poi alle autorità sanitarie di tutte i 27 Stati membri, alcuni dei quali hanno già cominciato a somministrare i richiami.
Di recente l'Organizzazione Mondiale della Sanità aveva esortato le nazioni ricche a non usare le dosi di richiamo quest'anno per destinarle ai Paesi in via di sviluppo, dove la copertura vaccinale è ancora ridotta.