Eitan: intesa tra le famiglie per gestione condivisa. Il piccolo resta in Israele

Eitan: intesa tra le famiglie per gestione condivisa. Il piccolo resta in Israele
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Di Giorgia OrlandiDebora Gandini
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Al termine dell'udienza a Tel Aviv è stato deciso che il piccolo trascorra metà del tempo con la famiglia materna e metà con la zia paterna

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Un'intesa tra la famiglia Biran e la famiglia Peleg. La prima udienza del caso del piccolo Eitan presso il tribunale di Tel Aviv si è conclusa con un accordo temporaneo sulla custodia condivisa del bimbo di sei anni sopravvissuto alla tragedia del Mottarone.

Eitan resterà in Israele almeno fino all'8 ottobre, data della prossima udienza. Secondo quanto stabilito il piccolo starà con la famiglia materna 3 giorni e 3 giorni con la zia. Stando ai legali delle due parti l’intesa raggiunta è volta a mantenere la privacy del bambino che in questo momento ha bisogno di tranquillità. Nel frattempo - hanno aggiunto gli avvocati - le famiglie hanno chiesto il totale silenzio stampa. 

L’udienza si è svolta infatti a porte chiuse e nessuno dei parenti del bambino ha rilasciato dichiarazioni. Tutti sono apparsi provati e commossi per la vicenda processuale.

“Non pubblicheremo nessuna informazione sul contenuto dell'udienza e sulle condizioni di salute di Eitan", hanno fatto sapere gli avvocati di entrambe le parti. Presenti in aula solo la zia Biran-Nirko, che vive in Italia e che ha inoltrato formale richiesta per il rientro del bambino, e il nonno materno Shmulik Peleg, indagato a Pavia per sequestro aggravato di persona assieme alla nonna Etty e ad un autista israeliano.

Questo è solo l’inizio di una lunga battaglia per la custodia del piccolo Eitan. Il processo segna anche l’inizio di un lungo iter che determinerà il futuro del piccolo, che oltre alla questione della custodia c’è anche quella dei risarcimenti, che arriveranno ad Eitan una volta che saranno chiarite le responsabilità nell’incidente. Al momento a preoccupare è la salute psicologica del bambino in attesa che le udienze riprenda all’inizio di ottobre.

Inchiesta e indagati

Nella tragedia della funivia Stresa-Alpino-Mottarone, accaduta il 23 maggio 2021, morino 14 persone. Tra le vittime anche la mamma, il papà e il fratellino più piccolo di Eitan.

Nell’inchiesta della procura di Verbania risultano 14 indagati: dodici persone fisiche e due società, la Leitner, che si occupava della manutenzione dell'impianto e Ferrovie del Mottarone Srl, gestore della funivia.

A fine agosto è stata prelevata dagli inquirenti la cosiddetta “scatola nera”, il supporto informatico nel quale potrebbero esserci informazioni preziose per ricostruire gli ultimi istanti prima del drammatico incidente. Serviranno almeno tre mesi per conoscere i dati contenuti nel software che dovrebbe aver registrato le anomalie dell'impianto.

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