L’oppositore di Putin ha raccontato al New York Times i suoi otto mesi di detenzione. Il blogger dissidente: "Qui si capisce l’essenza dell’ideologia del regime"
Prima intervista di Alexei Navalny dopo il suo arresto. Al New York Times il dissidente russo parla dei suoi 8 mesi in carcere. Il dissidente ha raccontato di essere stato torturato. "Sembra di stare in un campo di lavoro cinese, dove ci sono telecamere ovunque", ha detto il blogger che a gennaio, era stato arrestato al suo arrivo all’aeroporto di Mosca dopo mesi di convalescenza passati in Germania a causa delle conseguenze di un avvelenamento.
Navalny: "In carcere si capisce l’essenza dell’ideologia del regime di Putin"
Durante il giorno, "guardiamo film sulla Grande Guerra Patriottica", ha proseguito Navalny riferendosi alla Seconda guerra mondiale. "Quando vedo queste cose capisco molto chiaramente l’essenza dell’ideologia del regime di Vladimir Putin: il presente e il futuro vengono sostituiti con il passato – il passato veramente eroico, o il passato abbellito, o il passato completamente immaginario. Tutti i tipi di passato devono essere costantemente sotto i riflettori per allontanare i pensieri dal futuro e dal presente".
Migliorano le condizioni di salute
Per quanto riguarda le sue condizioni di salute, Navalny dice che sono migliorate da quando le guardie hanno smesso di svegliarlo ogni notte. Il nemico numero uno di Mosca e di Putin ha poi criticato l’Europa e gli Stati Uniti per le sanzioni economiche imposte alla Russia. Per il politico russo, le sanzioni hanno danneggiato la vita delle persone comuni, e rischiano di allontanare molte persone dalla politica: "Così perdiamo alleati importanti", ha concluso il blogger dissidente.