Un altro anno nero per gli incendi in Brasile

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Diritti d'autore AP / Andre Penner
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Di Euronews
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L'Amazzonia sta andando in fumo, ma Bolsonaro minimizza

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Un'altra stagione di incendi per il Brasile. Il mese di luglio appena passato è stato il peggiore degli ultimi anni. Gli incendi sono spesso di origine dolosa, causati dall'avidità di chi vuol sfruttare i terreni protetti a fini commerciali. Il Brasile infatti ospita la più grande foresta pluviale e le zone umide tropicali del mondo, l'Amazzonia e il Pantanal, che hanno subito incendi drammatici rispettivamente nel 2019 e nel 2020. Il presidente Bolsonaro minimizza i danni, questa sua reazione ha fatto scatenare l'ira di tutta la comunità internazionale.

Gli incendi tendono ad aumentare a giugno e raggiungere il picco a settembre, secondo i dati storici. Possono facilmente perdere il controllo durante la stagione secca, radere al suolo vaste aree di foresta.

Quest'anno è la savana del Cerrado che si estende nella regione centro-occidentale del Brasile a soffrire più del solito. Un'area grande quasi quanto il Connecticut e il New Jersey lì è stata bruciata nei primi sette mesi del 2021.

Gli studi hanno mostrato che l'Amazzonia assorbe circa 2 miliardi dei 40 miliardi di tonnellate di anidride carbonica che il mondo emette nell'atmosfera ogni anno, rendendola una parte essenziale dello sforzo globale per frenare il cambiamento climatico.

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