Spagna, pioggia di ricorsi dopo la dichiarazione d'incostituzionalità del lockdown

Un agente di polizia locale ferma un veicolo a un posto di blocco a Madrid, Spagna
Un agente di polizia locale ferma un veicolo a un posto di blocco a Madrid, Spagna Diritti d'autore  Bernat Armangue / Copyright 2020 The Associated Press
Di Euronews
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Sono centinaia le multe contestate da quando la Corte costituzionale ha bocciato il confinamento di primavera 2020. E ora, si rischia il bis con le restrizioni successive

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Era stato il primo pensiero dei giuristi, tre settimane fa, quando la Corte costituzionale a Madrid aveva giudicato incostituzionale il primo lockdown nel paese iberico, quello della primavera 2020: la Spagna rischiava di trovarsi sotto una pioggia di ricorsi. 

Ed eccoli, puntualmente, arrivare: soltanto Reclamador.es, sito web dedicato proprio alla contestazione di multe online, ha ricevuto più di 300 richieste di risarcimento nelle ultime settimane.

"Fino a quando non è arrivata la sentenza, siamo stati consultati da circa 10 o 15 persone a settimana" sottolinea Almudena Valiente, direttrice legale di Reclamador.es. "Nella prima settimana dopo la pronuncia le chiamate sono diventate 150 e nell'ultima 170. Questo solo per quanto riguarda noi. Immagino che la maggior parte delle organizzazioni che trattano questo tipo di materia abbiano perfino raddoppiato quel numero " 

Non va meglio nell'ufficio Legálitas di Carlota Zapata. "Di solito ricevo 30 o 40 chiamate al giorno, ma su questo argomento ce ne sono almeno 10 in più al giorno e siamo comunque in estate", dice Zapata.

Requisiti da rispettare

Ma non tutti coloro che chiamano soddisfano i requisiti. per la contestazione “Si decreta la nullità dello stato di allarme, del primo stato di allarme. Non so poi se questo si allargherà o avrà altre conseguenze. I reclami per le mascherine non valgono. quelli relativi alle Comunità Autonome neppure", aggiunge Zapata.

Dal canto suo, Almudena Valiente sottolinea che "sebbene siamo fiduciosi che rispetto al secondo stato di allarme si verificherà lo stesso, al momento la sentenza di cui stiamo parlando si riferisce solo al primo periodo, quello dal 14 marzo al 4 maggio".

Secondo Reclamador.es, la maggior parte delle richieste si verificano sulle multe con il valore più basso. Ciò consente in molti casi che la persona interessata possa richiedere l'annullamento in autonomia, sebbene farlo non sia raccomandato in casi più complicati . "In tutti i casi occorre la delibera sanzionatoria, il documento comprovante il pagamento e il documento di riconoscimento o di rappresentanza se si agisce con un avvocato",dice Almudena Valiente . 

"La maggior parte delle volte l'importo contestato è il minimo, 600 euro. Abbiamo anche visto multe più gravi perché in teoria dovrebbero andare da 600 a 30.000 euro, ma la maggior parte sono 600 perché sono stati sanzionati per essere stati nelle strade pubbliche senza motivo, su base individuali. Ma alle discussioni di laurea, ad esempio, quando c'era più di una persona che partecipava alla violazione, invece di 600 ce n'erano 1500 a persona", precisa Zapata.

Per ora, sembra che ogni multa emessa nel periodo in questione sia destinata all'annullamento.

"La Costituzione è molto chiara: quando la legge viene dichiarata nulla, non può produrre alcun tipo di effetto, quindi non importa se la multa è stata notificata 4 mesi fa o un anno fa. La nullità può essere rivendicata lo stesso" spiega Valiente.

Cosa accadrà se la situazione si ripete?

Entrambe le esperte sottolineano che si tratta di un errore dell'amministrazione che avrebbe potuto essere evitato. "Quello su cui si basa la Corte Costituzionale è che questa è una limitazione assoluta dei diritti, non è una sospensione e che per questo hanno dovuto utilizzare lo stato di eccezione e non quello di allarme", dice Zapata.

"La Corte Costituzionale non ha detto che il confinamento non fosse necessario, o che non fosse un provvedimento di reale tutela della salute delle persone, ma serviva un processo diverso e che in anche se queste multe ora possono essere annullate, ciò non diminuisce la responsabilità di ciascuno in termini di protezione di sé e degli altri", afferma Almudena Valiente.

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