Tokyo 2020: Tsimanouskaya all'ambasciata polacca, tra due giorni a Varsavia

Tokyo 2020: Tsimanouskaya all'ambasciata polacca, tra due giorni a Varsavia
Diritti d'autore PHILIP FONG/AFP
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Costretta a lasciare i Giochi, avviate le pratiche per la concessione dell'asilo politico: intanto, sul fronte agonistico, dopo i trionfi azzurri targati Tamberi e Jacobs arriva anche l'argento di Vanessa Ferrari

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L’atleta Krystsina Tsimanouskaya si trova all'ambasciata polacca a Tokyo, in pochi giorni sarà a Varsavia e le verrà accordato l'asilo politico.

Adesso "si sente al sicuro", ha fatto sapere il Comitato olimpico internazionale, cui la velocista ha chiesto aiuto dopo essere stata prelevata dai Giochi di Tokyo 2020 e portata da funzionari in aeroporto per essere rimpatriata.

L’affaire è iniziato quando la 24enne, che avrebbe dovuto correre i 200 metri, è stata iscritta a sua insaputa a una gara cui non aveva mai partecipato, la staffetta 4 x 400, cosa di cui si è lamentata.

Ha dichiarato di essere stata prelevata e portata in aeroporto contro la sua volontà: si è quindi rifugiata dalla Polizia, denunciando l’episodio in un video postato sui social in cui ha chiesto aiuto al Comitato olimpico internazionale.

"Sono sotto pressione, stanno cercando di portarmi fuori dal Paese", aveva detto.

Eugene Hoshiko/Copyright 2021 The Associated Press. All rights reserved
AP PhotoEugene Hoshiko/Copyright 2021 The Associated Press. All rights reserved

La federazione bielorussa ha fatto sapere che, dopo un "esame mentale e fisico" dell'atleta, la sua partecipazione alle Olimpiadi è stata interrotta.

Negli ultimi mesi anche altri atleti bielorussi si sono rivolti al CIO dopo aver subito delle intimidazioni in seguito alle manifestazioni di massa contro Lukashenko.

Diversi Paesi si erano offerti di concedere asilo politico alla Tsimanouskaya.

Le altre notizie (sportive) di giornata

La naturalizzata olandese Sifan Hassan compie un primo, significativo passo nella sua corsa al triplete olimpico vincendo l'oro nei 5.000 m femminili.

La 28enne di origine etiope è artefice di un ultimo giro devastante che le consente di sconfiggere la keniota Hellen Obiri e l'etiope Gudaf Tsegay.

Il marocchino Soufiane el Bakkali si accaparra l'oro maschile nei 3000 m siepi, rompendo lo stradominio dei kenioti che durava dal 1984.

Due volte medaglia mondiale, anche per lui un ultimo giro da incorniciare gli vale il successo ai danni dell'etiope Lamecha Girma e del keniota Benjamin Kigen.

Ciclismo su pista: la Cina si aggiudica il titolo olimpico di sprint a squadre femminile, davanti a Germania e Russia.

Bao Shanju e Zhong Tianshi sono le artefici del successo cinese.

E passiamo alla cavallerizza tedesca Julia Krajewski, che vince l'oro nel concorso completo individuale.

La tedesca sopravanza nell'ordine il britannico Tom McEwen e l'australiano Andrew Hoy.

Lotta greco-romana: qui trionfa il cubano Mijain Lopez, quarta medaglia d'oro olimpica consecutiva: il 38enne, che sconfigge il georgiano Jakob Kajaia, è il lottatore olimpico maschile di maggior successo di tutti i tempi.

Ginnastica artistica, nel corpo libero femminile, da registrare l'ottimo argento dell'italiana Vanessa Ferrari.

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Per chiudere, il medagliere, che vede sempre saldamente in testa la Cina con ben 29 ori, seguita da Stati Uniti con 22 e Giappone con 17.

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