Lotta a colpi di champagne (o shampanskoye) tra Parigi e Mosca

Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato venerdì una legge secondo la quale d'ora in poi solo i vini spumanti russi potranno portare il nome di "champagne" (o "shampanskoye"). Il vero champagne - quello elaborato in Francia, per intenderci - dovrà accontentarsi del nome di spumante. Una decisione che inevitabilmente ha ferito nell'orgoglio i cugini transalpini, tanto fieri del loro spumante di lusso.
I produttori di champagne dovranno ora modificare le etichette sulle bottiglie in partenza per la Russia. "Stiamo esaminando attentamente il contenuto di questa legge, per conoscerne tutte le conseguenze", spiega Charles Goemaere, direttore generale del Comité Champagne. "Ma ci appelliamo ai diplomatici francesi ed europei affinché contattino le autorità russe, per permetterci di utilizzare il nostro nome, che è il nostro fiore all'occhiello".
Solo gli champagne prodotti nella regione omonima possono beneficiare della denominazione d'origine controllata. Una legge valida in Francia, ma che non esiste in Russia. "Non credo sia un vantaggio per i produttori russi, perché i consumatori di vero champagne sanno che lo champagne è francese. I consumatori di quello russo continueranno semplicemente a bere quello russo", dichiara Leonid Rafailov, direttore generale di AST, uno dei principali distributori di vini e liquori in Russia. "Sono due clientele molto diverse che non si mescolano tra loro".
E mentre LVMH, che produce il famoso Moët & Chandon, ha fatto sapere che sospenderà le sue consegne in Russia, Moët Hennessy, produttore dei celebri Veuve Clicquot e Dom Pérignon, si è detto pronto a rispettare la legge, aggiungendo la denominazione "spumante" sul retro delle sue bottiglie destinate alla Russia.
Ad ogni modo, una soluzione per porre fine al contenzioso ci sarebbe: tagliare la testa al toro e bere solo Prosecco!