Ergastolo confermato per Ratko Mladic, il boia di Srebrenica

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In primo grado, era stato condannato all'ergastolo per le accuse di genocidio e crimini di guerra, commessi durante il conflitto tra il '92 e il '95

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Confermato l'ergastolo per Ratko Mladic: c'era grande attesa in Bosnia-Erzegovina per la sentenza d'appello che i giudici dell'Aia hanno pronunciato a suo carico.

Il 79enne ex capo militare delle forze serbo-bosniache, soprannominato il ‘macellaio di Bosnia', si è visto confermare la condanna all’ergastolo inflittagli in primo grado per quanto commesso durante la guerra di Bosnia nel periodo 1992-95.

Nel 2017, la Corte aveva riconosciuto l'ex militare serbo colpevole di 10 capi d'accusa, tra cui crimini di guerra e contro l'umanità, e lo aveva condannato in primo grado all'ergastolo per il genocidio di Srebrenica, l'assedio di Sarajevo e altri crimini di commessi durante il conflitto in Bosnia tra il '92 e il '95.

Dopo 16 anni di latitanza, nel 2011 l'ex capo militare dei serbi di Bosnia era stato arrestato a casa di suo cugino nel villaggio di Lazarevo, in Serbia.

I familiari delle vittime presenti all'Aia per seguire il processo, si aspettavano che la sentenza di primo grado venisse confermata.

L'accusa ha sostenuto la tesi che Mladic fosse riconosciuto colpevole anche del genocidio commesso in sei comuni bosniaci nel '92 per cui era stato assolto in primo grado.

Il processo d'appello si è aperto ad agosto dell'anno scorso dopo alcuni rinvii dovuti alle condizioni di salute dell'ex militare, che in Serbia è ancora visto da tanti come un eroe nazionale.

Anche dopo l'apertura del processo, i suoi legali avevano chiesto di interrompere le udienze per l'incapacità di Mladic di affrontare il procedimento.

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