I tre secoli della fontana di Sansone al Palazzo degli zar

Peterhof, la reggia degli Zar a San Pietroburgo, Petrodvorec. La corte di Pietro, Pietro il grande che la volle sul Golfo di Finlandia.
La sua fontana, la Fontana di Sansone, indizio barocco in un'opera omnia che tende al neoclassico, compie 300 anni. Non solo estetica, i giochi d'acqua sono il risultato di complesse meccaniche idrauliche.
L'ingegnere idraulico della "Sanssoucis" dello zar, Aleksander Korshakov, dice:
"Non ci sono strumentazioni elettriche o pompe che possano fare il lavoro per noi, dobiamo azionare tutto manualmente. L'acqua non è fornita dal'acquedotto centrale, ma dai depositi piovani o da sorgenti sotterranee."
L'ingegnere ci accompagna in un'escursione sottorrenea alla ricerca delle secolari arterie che foniscono d'acqua la fontana e spiega: "dalla passerella d'osservazione occidentale è possibile vedere il punto in cui si incrociano tutte le condotte, dai lati ovest e centrale del Palazzo".
Le tubature sono sempre state di colori diversi per aiutare gli addetti a distinguerle nell'oscurità. Adesso si può utlizzare la luce elettrica, ma ell'epoca evidetemente non era possibile. E il tecnico della fontana doveva essere in grado di riconoscere i diversi tubi.
La grande fontana compirà 300 anni il prossimo 13 luglio. Oggi come ieri, è decorata da 255 statue, mentre 64 fonti servono a ingannare l'occhio, frammentando alla vista in milioni di spruzzi la compatezza del blocco architettonico.