Dopo oltre un anno vissuto in prima linea causa pandemia, medici e infermieri hanno bisogno di un sostegno psicologico. In Ungheria 250 psicologi offrono gratuitamente la loro assistenza. E In Francia la clinica Le Gouz è specializzata in trattamenti di "burn-out" per i professionisti della sanità
Gli psicologi al servizio di medici e infermieri.
Quasi 250 psicologi ungheresi offrono aiuto gratuito a medici e infermieri che combattono con la pandemia in prima linea da oltre un anno.
Gli operatori sanitari sono sotto pressione, il loro carico di lavoro è aumentato drammaticamente e, nonostante i loro sforzi, molti pazienti continuano a morire a causa del Covid.
Un aiuto psicologico è essenziale.
"Rischio di depressione e suicidi"
Spiega Gergely Lázár, psicologo:
"Più qualcuno è costretto a tornare nel luogo dove ha subito il trauma e a non poterne parlare con qualcuno, peggio è. Potrebbe portare alla depressione e ad un grave stato di ansia, o persino all'autolesionismo. Si sono verificati anche casi tragici di suicidio. Dobbiamo assolutamente intervenire".
Negli ospedali di Budapest e di tutta l'Ungheria, ai medici e agli infermieri vengono chiesti solo ulteriori carichi di lavoro, ma nessuno chiede loro: come state? E per gli stessi giornalisti, gli ospedali sono zone off-limits. Vietato fare domande scomode.
Vita dura anche in Slovacchia, per gli infermieri
Una troupe di Euronews è stata così a Galanta, in Slovacchia, dove abbiamo avuto la possibilità di parlare con persone che lavorano ogni giorno in terapia intensiva.
Zuzana Obermanová è infermiera all'ospedale di Galanta:
"Portiamo questo dolore, questo stress, a casa con noi, è inevitabile. Ognuno ha un metodo diverso per prepararsi a queste cose. Io sono fortunata, perché ho una famiglia meravigliosa, mi aiutano".
La clinica della salute mentale per operatori sanitari
L'esaurimento mentale degli operatori sanitari è un fenomeno globale.
In Francia, nel dipartimento della Saona e Loira, non lontano da Mâcon, la clinica Le Gouz è specializzata nel trattamento degli operatori sanitari che soffrono di "burn-out" e depressione. Per gli esperti l'importante è non sentirsi soli.
"È necessario chiedere aiuto"
Spiega Éva Knapek, psicologa clinica:
"È assolutamente normale e comprensibile che in circostanze estreme ci siano reazioni estreme. Come avere incubi e ansia, o come non sentire di poter fare il proprio lavoro come prima. In momenti come questi è una cosa assolutamente normale, giusta e necessaria chiedere aiuto".
Gli ospedali ungheresi sono sotto pressione, ma c'è la speranza, naturalmente, che - con il programma di vaccinazione - la situazione possa migliorare. E in tempi rapidi.