L'oppositore russo lamenta febbre alta e forte tosse, si teme possa essere ammalato di tubercolosi
Sono sensibilmente peggiorate le condizioni di salute di Alexei Navalny, l'oppositore russo ancora in carcere dopo il suo rientro in patria, avvenuto lo scorso gennaio.
Giunto al quinto giorno di sciopero della fame, intrapreso dopo il veto a poter vedere un medico per i continui dolori a schiena e gambe, la notizia è stata confermata sia dal servizio penitenziario che dalla sua portavoce.
Quest'ultima, nella fattispecie, evidenzia "intorpidimento alle gambe, febbre alta e tosse", sottolineando la possibilità che possa essere ammalato di tubercolosi, a causa di parecchi detenuti risultati positivi (sinora, una quindicina di persone, circa il 20% del totale del suo distaccamento).
Proprio per questo motivo, Navalny è stato trasferito nell'ospedale della prigione di Pokrov, dov^è detenuto.
"Ai capi interessa solo come nascondere le statistiche”, si legge in un suo post sui social.
Dal giorno dell'arresto, il quasi 44enne attivista è dimagrito circa 8 kg, evento di certo non ricollegabile allo sciopero della fame iniziato di recente.