Che tipo di riforme dovrebbe fare Draghi, se le farà? Lo abbiamo chiesto, a poche ore dalla presentazione del programma di governo, a un economista della Bocconi
Molto dipende dai nomi, moltissimo dal programma: se la scelta dei ministri ha scontentato non pochi, e anche quella dei sottosegretari rischia di non accontentare tutti, il programma potrebbe causare qualche frattura in più. Mario Draghi si appresta a depositare alla Camera le dichiarazioni programmatiche, sulla base delle quali dovrebbe ottenere la fiducia.
Abbiamo chiesto un'opinione a Vincenzo Galasso, professore di Economia all'Università Bocconi di Milano:
"Questo è un governo che in parte dovrà fare, sì, delle riforme che saranno sicuramente un po' dolorose, però è un governo in realtà che è chiamato a spendere bene, e quindi la grande differenza secondo me è che è un governo che non verrà abbandonato, anzi verrà probabilmente tirato un po' per la giacca, nel senso che nel momento in cui si tratta di spendere ognuno ci vorrà mettere un po' il cappello".
Improbabile quindi, almeno stando al professore della Bocconi, che anche i punti più indigesti del programma portino alla rottura, resta il fatto che soprattutto nel Movimento Cinque Stelle c'è turbolenza per la mancata creazione del super-ministero della transizione ambientale, che avrebbe dovuto assumere anche le competenze dello sviluppo economico. Non è andata così, e soprattutto eventuali riferimenti alla Giustizia o al reddito di cittadinanza potrebbero creare ulteriori turbolenze nel movimento. D'altra parte, anche in Forza Italia le acque sembrano agitate, considerando anche che tre deputati hanno annunciato l'addio.