La folla sfida i carri armati in Myanmar mentre i generali oscurano internet

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Di Paolo Alberto Valenti
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Non cessa la protesta davanti al golpe militare in Myanmar ma il popolo birmano dimostra coraggio e straordinaria solidarietà. Il sentire comune è quello di non voler tornare agli anni bui della dittatura

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S'intensifica la coreografia di mezzi corazzati e blindati nella strade di Yangon mentre non cessano le proteste contro il golpe militare che ha incarcerato il governo e in successione chiuso Internet. La repressione contro la resistenza popolare è in corso.

Le preoccupazioni internazionali

Le preoccupazioni internazionali sono esternate dal relatore speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani in Myanmar, Tom Andrews che accusa i generali di "dichiarare guerra" al popolo.

Aung San Suu Kyi sempre agli arresti

La presidente eletta democraticamente Aung San Suu Kyi rimane agli arresti domiciliari, in virtù di un ordine di custodia cautelare in scadenza che riposa sul possesso illegale di walkie-talkie importati senza essere stati registrati. La giustizia dovrebbe decidere a breve su questa accusa.

Una donna uccisa

Intanto ci sono i primi morti: una giovane donna è stata uccisa durante una manifestazione della scorsa settimana e le autorità che cercano di evitarne i funerali. Il sentimento comune è quello di non tornare agli anni bui della dittatura e si riflette sull'uso strumentale del discredito internazionale che negli ultimi tempi era caduto sulla presidente Aung San Suu Kyi.

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