La donna, ora 97enne, racconta ancora una volta il suo incontro con un soldato statunitense che le regalò un messaggio scritto su una banconota
Sono ogni anno di meno i testimoni diretti dell'olocausto. Lili Ebert, 97 anni, è una di loro. Aveva solo quattordici anni quando, nel luglio del 1944, i nazisti la deportarono dalla sua casa in Ungheria per rinchiuderla ad Auschwitz insieme alla madre, a un fratello e ad altre tre sorelle.
Liberata dal campo di sterminio dall'arrivo dei soldati sovietici, la donna si è assunta l'obbligo morale di non far dimenticare il grave crimine contro l'umanità, reso possibile dall'indifferenza della società e dall'estremismo della politica.
Da anni Lili rilascia interviste e incontra scolaresche, e a ogni Giornata della Memoria finisce in televisione. Grazie al nipote è anche diventata una star dei social networks, sui quali la storia della liberazione della donna è diventata virale e si è arricchita di ulteriori dettagli.
Come quelli dell'incontro tante volte raccontato tra Lili e un soldato statunitense, che a luglio del 2020 ha fatto il giro delle tv per un faccia a faccia anche se solo virtuale. Del soldato statunitense Lili conserva un messaggio scritto su una banconota.
Ma in questi giorni, oltre alla salvezza dal campo di sterminio, Lili celebra anche la sua guarigione dal Covid-19, che l'ha costretta a letto per qualche settimana. Guarita dal virus, Lili ha potuto fare ritorno ad una vita abbastanza normale, per una donna che fra tre anni avrà un secolo di vita.. Pur stanca, Lili non si ferma e annuncia che insieme al nipote scriverà un libro sulla storia.