Biden ordina all'intelligence di indagare sulla Russia

Joe Biden, all'epoca vicepresidente, durante un incontro col presidente russo Putin (2011)
Joe Biden, all'epoca vicepresidente, durante un incontro col presidente russo Putin (2011) Diritti d'autore Alexander Zemlianichenko/Copyright 2011 The Associated Press. All rights reserved
Di Gioia Salvatori
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Dalle presunte interferenze sul voto, all'avvelenamento del dissidente russo Navalny fino all'attacco hacker SolarWinds, il nuovo presidente vuole vederci chiaro su fatti presumibilmente orchestrati da Mosca a danno degli Stati Uniti (e non solo)

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Nel tetris delle relazioni internazionali la nuova amministrazione statunitense affronta il capitolo Russia. Strada in salita visto che i rapporti tra Washington e Mosca hanno conosciuto diversi strappi: dai tempi della guerra in Georgia, passando per l'invasione della Crimea, la crisi ucraina e le presunte influenze russe sulle elezioni presidenziali del 2016. 

Lavoriamo con la Russia per promuovere gli interessi degli Stati Uniti e allo stesso tempo chiediamo alla Russia di rendere conto delle sue azioni avventate e contraddittorie
Jen Psaki
addetta stampa casa bianca

La presidenza Biden sembra uscire da ogni ambiguità e chiede conto a Mosca: "Lavoriamo con la Russia per promuovere gli interessi degli Stati Uniti e allo stesso tempo chiediamo alla Russia di rendere conto delle sue azioni avventate e contraddittorie. E a tal fine il presidente sta incaricando l'intelligence della piena valutazione dell'attacco informatico a SolarWinds, delle interferenze russe nelle elezioni del 2020, dell'uso di armi chimiche contro il leader dell'opposizione russa Alexei Navalny e delle presunte taglie sui soldati statunitensi in Afghanistan", ha detto Jen Psaki, addetta stampa della casa bianca durante una conferenza stampa.

Mentre l'intelligence indaga si tenta di rinnovare il New Start

Tanti i fronti d'inchiesta aperti, che però si intrecciano con importanti e inevitabili necessità di collaborazione. A giorni infatti scadrà l'unico trattato di non proliferazione nucleare vigente tra Russia e Stati Uniti, il New Start siglato nel 2010 per la durata di 10 anni. 

ROMAN VONDROUS/AP
I presidenti russo e americano, Dmitry Medvedev e Barak Obama firmano il New Start - Praga 8.4.2010ROMAN VONDROUS/AP

A prolungarlo di aveva provato Trump senza esito, ora ci prova Biden che trova un'apertura al Cremlino ma anche una richiesta di tempo per studiare i dettagli della proposta americana. Insomma una pratica per cui non è ancora detta l'ultima parola mentre Washington e tante altre cancellerie occidentali attendono di sapere quale sarà, dopo l'arresto, il destino del dissidente russo appena rientrato in patria Alexei Navalny. Una scelta che il cremlino dovrà ben ponderare per non incorrere in ulteriori fratture.

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