Paesi Bassi: si dimette il governo Rutte per scandalo sussidi familiari

Il primo ministro dei Paesi Bassi Mark Rutte - archivio
Il primo ministro dei Paesi Bassi Mark Rutte - archivio Diritti d'autore Geert Vanden Wijngaert/AP
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Paesi Bassi: Il governo Rutte ha rassegnato le dimissioni a causa di uno scandalo relativo alla gestione dei sussidi familiari che, secondo un'indagine parlamentare, ha gettato migliaia di famiglie sul lastrico

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Il governo di Mark Rutte in Olanda ha rassegnato le dimissioni a causa di uno scandalo relativo alla gestione dei sussidi familiari che, secondo un'indagine parlamentare, ha gettato migliaia di famiglie sul lastrico.

Lo scandalo

La storia è di mala gestione della cosa pubblica, va avanti dal 2012 e riguarda illegalità amministrative nell'assegnazione del bonus figli a detrimento soprattutto dei nuclei di origine migrante.

Molti di questi si sono indebitati per restituire all'agenzia delle tasse quanto ricevuto. Parliamo di circa 20mila famiglie, costrette a fare debiti per ripagare i bonus figli; famiglie ingiustamente accusate dallo Stato di aver commesso frode e senza alcuna possibilità di appellarsi. Secondo il rapporto parlamentare Ingiustizia senza precedenti divulgato recentemente, sono state commesse “violazioni delle norme fondamentali dello stato di diritto”.

La vicenda politica

L'ex ministro del lavoro e leader dei Labouristi si era già dimesso giovedì, travolto dallo scandalo. Poi la coalizione di governo (4 partiti) si è divisa sul da farsi. Risarcimenti alle famiglie per 500 milioni di euro erano già stati stanziati nei mesi scorsi.

Il premier Mark Rutte era contrario alle dimissioni in blocco ma alla fine ha ceduto. A soli due mesi dalle legislative, il gabinetto guidato dal liberale Rutte si è dovuto assumere la responsabilità politica dell'accaduto. Per la stampa è il più grande scandalo politico e amministrativo delle legislature di Rutte, l'uomo che ha guidato diversi governi dal 2010.

Oggi in una conferenza stampa dopo le dimissioni Rutte ha detto che il rapporto è "duro ma giusto" che sono state "criminalizzate persone innocenti" e che tuttavia la sua carriera politica va avanti. Rutte ha confermato che sarà alla guida dei liberali alle elezioni del prossimo marzo, dicendo di avere tutta la fiducia del partito.

"Lo Stato di diritto deve proteggere i cittadini contro il governo onnipotente", ma le cose "sono andate male", ha ammesso il premier dimissionario, che ha fatto riferimento al rapporto della commissione parlamentare d'inchiesta dal titolo 'Ingiustizia senza precedenti' definendolo "duro ma corretto".

Nel rapporto si afferma che "i principi fondamentali dello stato di diritto sono stati violati" dall'autorità fiscale, con indagini di frode sulle famiglie innescate da "semplici errori amministrativi". Il testo sottolinea che ministri, parlamentari, funzionari pubblici e giudici di tribunale hanno tutti la loro parte di responsabilità. Venti delle famiglie coinvolte hanno intrapreso un'azione legale contro i ministri di tre dei partiti della coalizione governativa.

"Io stesso non ho avuto alcun coinvolgimento diretto, ma ovviamente un coinvolgimento indiretto - ha sottolineato Rutte -. Penso di poter continuare come leader del partito, ma alla fine spetterà agli elettori decidere".

Urne in vista

Le dimissioni provocano dunque solo un terremoto temporaneo nei Paesi Bassi. A marzo sono in calendario le elezioni e il partito del premier, il Partito popolare per la libertà e la democrazia, è ancora in testa alle intenzioni di voto.

L'esecutivo rimarrà in carica ad interim fino alle elezioni del 17 marzo in modo da continuare a gestire la pandemia. È il terzo governo europeo a tremare in appena una settimana, dopo la crisi conclamata in Italia e quella in Estonia.

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