Asteroide o nave aliena? Cosa sappiamo finora del misterioso Oumuamua

Oumuamua ricreata al computer
Oumuamua ricreata al computer Diritti d'autore ESO/M. Kornmesser
Diritti d'autore ESO/M. Kornmesser
Di Marta Rodriguez MartinezAntonio Storto
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Secondo l'autorevole astrofisico Avi Loeb, diverse anomalie nella scia e nella traiettoria dell'oggetto portano a ritenere che si trattasse di un "manufatto alieno". Ma alcuni scienziati ci hanno spiegato le loro perplessità

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Per gli scienziati europei consultati da Euronews, non c'è nulla che indichi che Oumuamua, il misterioso oggetto stellare rilevato nel 2017, che all'epoca si disse essere un asteroide, sia in realtà il frammento di una nave aliena.

Il famoso astrofisico Stephen Hawking non aveva dubbi sull'esistenza di vita extraterrestre. "Invecchiando sono più che mai convinto che non siamo soli", disse durante una puntata del suo programma "Stephen Hawking's Favorite Places", andata in onda nel 2016, appena due anni prima della sua morte.

Il dibattito è stato ora riportato alla ribalta da un corpo astrale allungato chiamato Oumuamua, dal nome del ricercatore di astronomia dell'Università delle Hawaii che lo ha individuato per la prima volta il 19 ottobre 2017. 

Così, da qualche mese, in seguito alle dichiarazioni dell'autorevole astrofisico Abraham 'Avi' Loeb, l'umanità è tornata a domandarsi se ci sia vita intelligente al di là del nostro pianeta.

E se così fosse, è possibile che ora ci abbiano individuato?

Loeb, che ha una cattedra nella prestigiosa università di Harvard, ha ventilato l'ipotesi di una visita aliena, insistendo nel suo nuovo libro sul fatto che l'Oumuamua potrebbe essere un manufatto tecnologico prodotto da una civiltà tecnologica extraterrestre.

Lo scienziato aveva già difeso questa controversa tesi in un articolo scientifico pubblicato nel 2018, in cui suggeriva che la forma insolita di Oumuamua e la sua sorprendente accelerazione stavano a indicare che poteva trattatsi di una navicella spaziale alimentata a energia solare e realizzata da extraterrestri.

Sia allora che nel suo nuovo lavoro, "Extraterrestri: l'umanità al cospetto del primo segno di vita intelligente oltre la terra", Loeb ha sostenuto che non è detto si tratti necessariamente di una nave aliena, sottolineando però che questa è comunque la miglior spiegazione per l'origine misteriosa di questo oggetto, un ipotesi che a sua detta gli scienziati dovrebbero considerare.

Asteroide, cometa o velivolo spaziale?

La forma allungata di Oumama, simile a quella di un sigaro; la sua luminosità variabile e il fatto che al suo passaggio non lasciasse tracce di gas o polvere nella sua scia, sono alcune delle caratteristiche di questo oggetto non ancora identificato che hanno sollevato i dubbi del noto astronomo israeliano, circa il fatto che stessimo davvero osservando un asteroide o una cometa.

"Una volta resomi conto che l'oggetto si muoveva in modo diverso dal previsto - ha raccontato Loeb in un'intervista al New Yorker - allora la domanda, per me, è divenuta cosa gli imprimesse quella spinta propulsiva".

L'accelerazione di Oumuamua in realtà è mille volte più debole della gravità del Sole: vale a dire che, se si trattasse di una nave aliena, non dovrebbe avere alcuna spinta. Ma per Loeb ciò è da attribuire a un dispositivo rotto.

Il ricercatore Héctor Socas-Navarro dell'Instituto de Astrofísica de Canarias ha detto a Euronews che Oumuamua è solo il primo oggetto del genere in cui ci imbattiamo, ma si prevede che altri vagheranno nello spazio interstellare ed alcuni entreranno occasionalmente nel nostro sistema solare.

La difficoltà nell'individuarli è dovuta al fatto che sono oggetti piccoli e scuri, ma la nuova strumentazione in fase di sviluppo renderà possibili altre osservazioni di questo tipo nei prossimi anni. "Oumuamua - dice Socas-Navarro - è stata la prima, poi c'è stato Borisov e si prevede di trovarne molti altri nei prossimi anni".

"Il problema con Oumuamua - continua - è che l'abbiamo rilevata molto tardi, quando era già lontana e stava lasciando il sistema solare. Quindi abbiamo pochi dati e molte domande, come sempre quando si trova qualcosa di nuovo nella scienza".

Questo scienziato spagnolo, che è anche direttore del Museo della Scienza e del Cosmo di Tenerife, ritiene che i misteri che circondano questo oggetto non necessariamente ne indichino un'origine extraterrestre: "Possiamo vedere una luce di notte e non sapere cosa sia. Potrebbe essere un'automobile? Una motocicletta? Qualcuno che va in giro con una torcia elettrica? Potrebbero essere alieni, ma non è a questo che si pensa a priori".

Quando hai un martello, tutto ti sembra un chiodo. Soprattutto se non lo hai mai visto un chiodo
Hector Socas-Navarro
Ricercatore scientifico, Instituto de Astrofísica de Canarias

Mentre Loeb sottolinea le differenze, Socas-Navarro guarda alle somiglianze di Oumuamua con alcune proprietà caratteristiche delle comete degli asteroidi e in queste modo ritiene si possa trovare una possibile spiegazione per due dei fattori più anomali: la forma allungata e la leggerissima accelerazione non gravitazionale.

"Ci sono - spiega - processi naturali che possono dare a una roccia o a un pezzo di ghiaccio una forma allungata nel suo viaggio attraverso lo spazio (supponendo che sia effettivamente allungata) e l'accelerazione che Oumuamua presenta è del tutto analoga a quella osservata nelle comete, sia in grandezza che in direzione (lontano dal Sole)".

E per quanto riguarda l'assenza di tracce di gas o polvere, Socas-Navarro afferma che "è vero che Oumuamua non è stata osservati emanare questi gas, circostanza che Loeb usa come argomento a sostegno della sua ipotesi, ma è anche vero che le nostre osservazioni di questo oggetto sono molto scarse e ci sono spiegazioni possibili, a seconda della loro composizione".

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Michael Kueppers, uno scienziato dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA), concorda con Socas-Navarro circa il fatto che la mancanza di dati non supporti la teoria di Loeb secondo cui ci si troverebbe di fronte a una tecnologia aliena. La sua morfologia misteriosa, ha detto Kueppers a Euronews, potrebbe essere spiegata dalla sua origine interstellare , in quanto "la composizione di un oggetto proveniente dall'esterno del sistema solare può essere diversa da una cometa del sistema solare".

Un "chiodo" o un messaggio nella bottiglia?

Socas-Navarro sostiene il prestigio internazionale di Loeb e le sue scoperte scientifiche, ma teme che la teoria delle navicelle aliene sia un travisamento professionale.

"Molti astrofisici hanno (me compreso) un interesse per queste ricerche e ci piacerebbe trovare prove di altre intelligenze nell'Universo", dice. "Ma, ad essere onesti, possiamo solo dire che finora non è stato trovato nulla ed è molto difficile per noi farlo nel prossimo futuro, dato l'enorme vuoto dello spazio interstellare.

"Quando hai un martello - sottolinea - tutto sembra un chiodo. Soprattutto quando non si è mai visto un chiodo.

"Le rivendicazioni straordinarie richiedono prove straordinarie", gli fa eco Kueppers.

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Nell'intervista rilasciata nel 2019 al New Yorker Magazine, Loeb ha ipotizzato che Oumuamua fosse un messaggio del passato, e che la civiltà che avrebbe inviato la navicella spaziale potesse ormai essersi estinta.

"Noi stessi abbiamo mandato Voyager I e Voyager II", ha sostenuto.

AP
6 dicembre 2020, una capsula rilasciata dalla navicella spaziale giapponese Hayabusa2 è vista come una palla di fuoco sopra Coober Pedy, AustraliaAP

Loeb ha aggiunto che Oumuamua gli ha fatto pensare alle sue passeggiate in spiaggia con sua figlia. Di solito trovavano conchiglie di marea e, a volte, oggetti di origine artificiale.

L'Oumuamua "potrebbe essere un messaggio in una bottiglia, e dovremmo tenere la mente aperta", ha concluso.

Stephen Hawking non solo era sicuro dell'esistenza di vita intelligente extraterrestre, ma la temeva e paragonava il potenziale distruttivo dell'arrivo di alieni avanzati sulla Terra all'atterraggio di Cristoforo Colombo per le popolazioni native dell'America.

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"Forse diventeranno nomadi, cercando di conquistare e colonizzare qualsiasi pianeta possano raggiungere", ha detto. "Chissà quali sarebbero i limiti?

Ma Loeb, al contrario, sostiene che se saranno pacifici, potremo imparare molto da loro

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